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Tempio di Ercole Vincitore


Il tempio è il più antico edificio in marmo ancora esistente a Roma e risale al 120 a.C.; si trova nella zona dell’antico Foro Boario dove si teneva il mercato degli animali e che già in età arcaica era la zona emporica dove si erano stabiliti i mercati fenici e greci portando il culto di Ercole.
Per la sua forma circolare fino all’Ottocento veniva indicato come Tempio di Vesta ma dall’iscrizione di un blocco di marmo che poteva essere la base di una statua, si ebbe la conferma che il tempio era dedicato ad Hercules Olivarius.
La costruzione del tempio si deve ad un ricco mercante Marco Ottavio Erennio che era diventato molto ricco con il commercio dell’olio. Il motivo per cui fece erigere il tempio viene indicato da Macrobio nei Saturnali: il mercante durante uno dei suoi viaggi commerciali fu attaccato dai pirati che riuscì a sconfiggere dopo aver chiesto la protezione di Ercole. Tornato a Roma per ringraziare il Dio commissionò all’architetto Ermodoro di Salamina la costruzione di un Tempio a lui dedicato e per il quale la statua (perduta) sembra sia stata realizzata da Skopas il giovane.
Nella stessa zona Ercole era comunque il Dio venerato già prima della fondazione di Roma; non molto distante si trova – nell’ipogeo di Santa Maria in Cosmedin – l’Ara Massima di Ercole che la leggenda vuole sia un altare costruito dal semidio quando passò per la valle tra Palatino e Aventino di ritorno dall’Iberia.
Durante il periodo repubblicano vennero eretti altri templi nella stessa zona: Appio Claudio il censore ne avrebbe fatto costruire uno nel 312 a.C. dedicato ad Ercole vincitore e che dovrebbe trovarsi alle spalle di Santa Maria in Cosmedin in un’area non ancora scavata; nel 142 a.C. ne fece costruire uno anche Scipione l’Emiliano.

Questo tempio si trovava nell’area alla sinistra dell’attuale Santa Maria In Cosmedin, era rotondo ed aveva diciotto colonne tuscaniche; di questo tempio si conosce bene la posizione e la struttura perché esisteva ancora nel Quattrocento, lo fece demolire fino alle fondamenta Papa Sisto IV.
Dalla distruzione si salvò solo una statua di Ercole in bronzo dorato che Sisto IV fece trasportare al Palazzo dei Conservatori; oggi è esposta nei Musei Capitolini e conosciuta in tutto il mondo come l’Ercole di Foro Boario.

Il Tempio si trovava in una zona soggetta a periodiche alluvioni del Tevere, già in tempi antichi subì danneggiamenti per cui dovette essere restaurato; l’ultimo restauro di cui si ha notizia risale a Tiberio, probabilmente dopo l’inondazione del 15 d.C..
Come tutti gli edifici che sono pervenuti integri, anche il Tempio di Ercole fu trasformato in chiesa; nel 1132 fu consacrato a santo Stefano delle Carrozze e più tardi nel XVII secolo a Santa Maria del Sole per un’immagine della Madonna ritrovata poco distante.
Nel 1809 i Francesi chiesero a Valadier di riportare il tempio al suo antico splendore: l'architetto liberò l’edificio lasciando solo la cella e le dieci colonne; eliminò il muro perimetrale, ricostruendo il tetto e ponendo una cancellata a protezione; sostituì con delle semplici forme prismatiche i tre capitelli mancanti. Valadier avrebbe voluto proseguire ricostruendo anche la colonna mancante ma per l’esiguità dei fondi a disposizione non fu possibile.
Nel 1996 è stato effettuato un restauro che ha riguardato un capitello (già restaurato da Valadier) totalmente rifatto così come è stato necessario ricostruire il tetto ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 25/06/2015)