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Villa dei Galloni o di Ercole fanciullo


La Domus Galloniana è una villa rustica scoperta negli anni '90 durante i lavori di costruzione del nuovo mercato agroalimentare di Roma e nella quale fu ritrovata una statua di "Ercole Bambino" con una suggestiva dedica votiva in marmo al semidio.

"[Her]culi sospitalis, custodi domus gallonianae [---] Atius Sabinus, Procuratore, (Gall)orum nigri et frontonis, (vot)o sucepto; fecit."

La dedica è per un voto che il procuratore della Villa dei Galloni, Sabinus, aveva fatto ad Ercole e che fu scolpita su una lastra di travertino e poi usata come soglia di un ambiente nel V sec. d.C..
La dedica a Ercole è testimonianza della grande diffusione del culto in tutto il territorio percorso dalla Via Tiburtina che da Roma portava al più famoso santuario a lui dedicato nel Lazio, quello di Ercole Vincitore di Tivoli.
Che la statua appartenga ad un Ercole fanciullo non è poi così inconsueto, basti pensare all’Ercole Fanciullo che strozza i serpenti che si trova ai Musei Capitolini od anche all’altro trovato nel XVIII secolo nella Villa dei Quintili ed ora all’Ermitage, senza dimenticare che proprio nel Santuario di Tibur vi era la statua di Ercole.

Secondo il mito, Ercole è un semidio che nacque da Alcmena e da Zeus, il quale approfittò di lei prendendo le sembianze del marito Anfitrione assente per una spedizione; ma Ercole figlio di un Dio e di una donna, per conquistare l’immortalità dovette affrontare le famose dodici fatiche che lo costrinsero e viaggiare per tutto il mondo allora conosciuto. Per questo suo girovagare divenne anche il protettore dei pastori transumanti e del commercio; i mercatores tiburtini erano molto intraprendenti e durante il II sec. a.C. divennero molto ricchi perché arrivarono ad operare in uno dei più famosi mercati del Mediterraneo, l’isola di Delo. Per la grande fortuna che incontrarono eressero al loro dio protettore un grande tempio a Tibur, il grandissimo Tempio di Ercole Vincitore.

Il culto di Ercole Vincitore a Tivoli presenta un carattere unico di cui l’epiteto “sospitali custodi” nell’invocazione al dio è l’inequivocabile attestazione; nell’ager tiburtinus Ercole era onorato in quanto “protettore” indicando un rapporto tra il dio e l’uomo a cui non è estraneo un sentimento divino di coinvolgimento, non rintracciabile nei culti di altre divinità.
La dedica ad un Ercole "custos et sospitalis" da parte del procurator Sabinus ritrovata nella villa dei Galloni sulla via Tiburtina e la scoperta nella zona di Settecamini di una locanda od albergo dedicata al non lontano Ercole Tiburtino, sono le testimonianze che l’Ercole venerato in Sabina era il dio più importante in un’area a forte vocazione rurale ed il cui culto era probabilmente strettamente connesso con quello dell’Ercole che si venerava presso l'Ara Maxima del Foro Boario.

La villa fu scoperta solo nel 1985 nell’area dove era in corso la costruzione del C.A.R. (Centro Agroalimentare Regionale) su un’area ceduta dalla Regione Lazio proprietaria della grande “Tenuta del Cavaliere” in cui si realizzavano coltivazioni estensive di erba medica per l’alimentazione animale; proprio questo tipo di coltivazioni che non richiedono arature profonde ha contribuito a preservare l’area archeologica che è stata rinvenuta a 50-60 cm di profondità.
Il complesso degli edifici ritrovati lungo la Via Tiburtina era di proprietà di una famiglia di equites, i Galloni che qui avevano la loro Villa Rurale della cui conduzione si occupava il procurator Sabinus ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 26/01/2015)