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Pantheon Agrippa Fecit

Pantheon Agrippa Fecit

Nel 33 a.C. Marco Vipsanio Agrippa fu nominato edile e dopo aver costruito le terme in Campo Marzio, volle realizzare anche una aedes per la celebrazione del culto della gens Julia. Il sito che scelse aveva una valenza simbolica speciale: secondo la tradizione era il luogo dove Romolo, il fondatore di Roma, mentre passava in rassegna l'esercito fu preso da un’aquila e portato in cielo tra gli dei.
Quando Agrippa parlò ad Augusto della sua intenzione di dedicare il nuovo tempio al culto della sua gens, il princeps ritenne che in una Roma che era ancora formalmente repubblicana non si poteva innalzare una famiglia al di sopra delle altre, l'aristocrazia romana non lo avrebbe tollerato e così suggerì di dedicare il tempio a tutti gli dei, dopotutto la gens Julia discendeva da Venere madre di Enea e lo stesso Augusto era figlio di Apollo. Questo non significa che il Pantheon non avesse una precisa funzione propagandistica, anzi a rivedere l'insieme dei monumenti di età augustea costruiti nel Campo Marzio, il Mausoleo di Augusto ed il Pantheon prima ( 27 a.C.) e l'Ara Pacis e il cosiddetto Horologium Augusti poi (18-12 a.C.) questi erano i capisaldi del manifesto dinastico della gens Julia.
Per la sua realizzazione quasi sicuramente Agrippa si affidò all'ingegnere ed architetto Lucio Cocceio Aucto, lo stesso a cui aveva affidato gli importanti interventi a Puteoli (Pozzuoli); il tempio fu edificato tra il Tempio di Nettuno ed i Saepta Julia. Scavi eseguiti nel corso del XIX secolo nelle fondazioni hanno rivelato che l'edificio voluto da Agrippa aveva pianta rettangolare e successive indagini a fine del XX secolo hanno confermato la dimensioni del pronao ed anche l'orientamento verso nord della facciata, lo stesso che si può vedere ancora oggi.
Questa scoperta sembra avallare la teoria secondo la quale gli edifici monumentali del Campo Marzio Settentrionale avevano dei precisi significati simbolici nel quadro della architettura augustea; la Aedes del Pantheon era in asse con il Mausoleo di Augusto ad indicare la trasformazione del capo di una nazione in un divus e con la perdita delle spoglie mortali l'assunzione di una personalità divina, evento che sarebbe stato favorito dal opaion, il luogo di passaggio dalla terra al cielo. Proprio l'opaion sottolinea i significati simbolici connessi al tempio perché la luce del sole attraversandolo colpisce nel susseguirsi dei giorni e delle stagioni dei punti diversi dell'interno del tempio come ad esempio il 21 aprile, giorno della fondazione di Roma, quando i raggi del sole colpiscono l'ingresso del tempio quasi ad annunciare l'inizio di una nuova età dell'oro.
IL tempio che Agrippa edificò perché fosse il luogo delle celebrazioni dei riti dei divi della gens Julia ebbe la forma rotonda ed un avancorpo rettangolare ricalcando nel tipo di pianta il tempio che Quinto Lutazio Catulo alla fine del II secolo a.C. aveva eretto per un ex-voto alla Fortuna Huiusce Diei e che si trovava nei pressi del porticus Minucia e con il quale aveva in comune il rito religioso fondante.
Per comprendere la scelta della forma rotonda della pianta si deve necessariamente fare riferimento alla sacralità del luogo non tanto come il luogo dell'apoteosi di Romolo ma come locus effatus, ovvero liberato dagli spiriti; secondo quanto previsto dalla religione arcaica locus effatus erano i tumulus di forma rotonda su cui salivano gli auguri per prendere gli auspici, quindi per entrare in comunicazione con gli dei. Questa simbologia che rimanda al tempo dei re fu ripresa da Ottaviano ed i valori che sottintende sono gli stessi che portarono alla concessione del titolo di Augusto da parte del Senato; il princeps peraltro favorì la ripresa del augurium salutis per il quale la dottrina richiedeva il tumulus come luogo deputato all'attività degli auguri che compivano poi la loro missione con l'offerta agli dei delle libagioni sull'altare. Nel 27 a.C quando Ottaviano diviene Augusto, ovvero degno di onori, Agrippa trasforma il tumulus in un tempio e pochi anni dopo lo stesso Augusto ottiene dal Senato la consacrazione sull'altare che il Senato fa costruire per ringraziare gli dei della protezione che gli hanno voluto concedere.
Ma se la forma rotonda può essere confermata sin dalla sua prima edificazione, non ugualmente si può dire della copertura sia per quanto riguarda le dimensioni che la tecnica utilizzata per il tetto.
Probabilmente il tetto non era dissimile da quello di altri templi rotondi dell'età repubblicana come l'antico tempio ad Ercole Oleario al Foro Boario oppure quello dedicato da Catulo alla Fortuna Huiusce Diei nei pressi del Porticus Minuciae senza dimenticare quello arcaico dedicato a Vesta nel Foro Romano. Per le decorazioni architettoniche del pronao e del frontone Agrippa incaricò Diogenes di Atene, molto attivo a Roma durante il principato di Augusto. Plinio Seniore ricorda che realizzò delle cariatidi che poste addossate alle colonne del pronao “hanno fama pari a quella di poche altre opere”; queste parole di Plinio fanno supporre che le cariatidi del Pantheon fossero simili a quelle del Eretteo di Atene. Nei successivi restauri del tempio queste cariatidi sono sparite ma alcuni frammenti attribuibili ad una figura di questo tipo sono stati ritrovati negli scavi al Foro di Augusto ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 29/05/2019)