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Horrea Agrippiana


Il Vicus Tuscus, dove si erano insediati le popolazioni provenienti dalla Tuscia in prevalenza di origine etrusca, era la strada che metteva in comunicazione il Foro Boario con il Foro Romano e dove si accalcavano i mercanti di oggetti preziosi e ricercati mischiandosi con i macellai, i venditori di polli ed i fornai.
Lungo il vicus si trovavano gli edifici commerciali dove le merci potevano essere immagazzinate in attesa di essere vendute. Quando Marco Vipsanio Agrippa fu nominato edile tra i molti edifici che fece costruire ci fu anche un horrea per i commercianti di grano e cereali in modo che avessero un luogo dove conservare la loro mercanzia durante lo svolgimento delle contrattazioni.
Una prima identificazione del monumento, di cui si conosceva l'esistenza perchè era riportato nei Notitia e Curiosum (le antiche guide per i viaggiatori) del IV secolo, si deve all'archeologo tedesco Jordan che individuò nei frammenti della Forma Urbis Romae la sua posizione tra il Vicus Tuscus ed il Vicus Victoriae; pur se l'ipotesi di Jordan, che in quei frammenti del Fur vide rappresentati gli Horrea Agrippiana, a metà del '900 venne respinta dopo attenti scavi archeologici, ebbe il merito di orientare i primi saggi di scavo di Lanciani che trovò effettivamente il sito.
Oggi si può vedere cosa è rimasto di una costruzione a due piani formata da grandi ambienti di forma quadrata e in tufo che si aprono su un vasto cortile in parte con porticato e occupato in seguito da altri ambienti più piccoli costruiti in laterizio.
Quello che resta dell’edificio appare chiuso tra le sostruzioni della Domus Tiberiana e sul lato verso est dal muro posteriore dell’Aula Domizianea e consente una ricostruzione abbastanza precisa; si trattava di un edificio quadrangolare di m. 50,50 x 54,15 con un cortile centrale di m 32,11 x 28,84 su cui si apriva una galleria di portici che correva lungo i quattro lati.
Ad ogni arcata dei portici corrispondeva una singola taberna che aveva una profondità di circa 9 metri di cui la parte posteriore era il deposito delle merci che all’interno aveva una zona soppalcata per aumentare l’area di stoccaggio; la parte di taberna che affacciava sul cortile era la zona in cui avvenivano le contrattazioni. Al piano terreno degli Horrea vi erano 33 tabernae con un’altezza interna superiore ai 7 metri; due scale che si trovavano vicino alle entrate su Vicus Tuscus, portavano al piano superiore dove vi era lo stesso numero di tabernae con un’altezza uguale a quella del piano terra così che l’edificio aveva un’altezza complessiva di 14 metri, come un palazzo di cinque piani.
Il complesso deve aver subito danni nei due incendi che funestarono il centro di Roma, quello del 27 d.C. sotto Tiberio e poi quello del 64 d.C. sotto Nerone e Traiano decise di intervenire con un restauro, divenuto necessario anche sicuramente per le accresciute esigenze commerciali. Vi fu aggiunto un terzo piano ed al centro fu costruito un sacello rettangolare in cui era posta la statua del genius protettore ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.1 - 12/06/2016)