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Le osterie della Valle delle Camene


La popolazione di Roma, dopo i saccheggi del VI secolo e le lotte tra i Papi e gli Imperatori dal VIII ed XIII secolo, era talmente diminuita che intere zone della città furono abbandonate, soprattutto quelle più basse che, una volta ostruite le cloache, venivano regolarmente ricoperte dalle acque che ritirandosi lasciavano strati di limo ricoprendo ogni cosa. Questo nel giro di un paio di secoli trasformò la valle tra l’Aventino da una parte e il Palatino ed il Celio dall’altra, in un susseguirsi di horti e vigne mentre si era completamente perso il ricordo dei monumenti che vi si erano trovati nell’antichità.
Tra i ruderi degli antichi monumenti venivano ricavate abitazioni abitate da pastori e villani che spesso adibivano un locale a luogo di mescita del vino che vendevano accompagnandolo con formaggi e salami; nacquero così le hosterie fuori porta dell’agro romano.
Ma le osterie romane erano frequentate non solo da pastori o dai pellegrini che accorrevano a Roma per le benedizioni ed indulgenze, ma anche da quella nutrita e variopinta umanità che intraprendeva quel viaggio di conoscenza che, di gran moda dal Settecento, era chiamato Grand Tour.
Proprio lungo la Valle Murcia, attraversata dalla Via Appia, si trovavano gli horti e le vigne non solo delle famiglie nobiliari ma anche delle Congregazioni religiose che erano solite affittare i terreni ma anche i locali che venivano ricostruiti poggiando sulle antiche rovine. La Via Appia che conduceva al sud della penisola e soprattutto alle coste campane, era molto trafficata e questo favorì l'apertura delle “osterie fuori porta” molto frequentate soprattutto nei giorni di festa anche dal popolo di Roma.
Di queste osterie nella Valle tra il Celio e Aventino tra XIX e XX secolo sono rimasti i ricordi dei nomi: Hosteria del Collegio Inglese, Hosteria della Moletta, Hosteria del Povero Diavolo, Hosteria di Porta Capena, Hosteria del Carciofolo, Hosteria di Asinio Pollione, Hosteria di Monte d'Oro.

  1. L’Osteria del Collegio Inglese si trovava, come riporta Lanciani, dove in antico erano le “fabbriche severiane”, il nome gli venne dall’essere vicina alla vigna del Collegio Inglese che nell'Ottocento sotto la guida del Cardinale Wiseman ( che poi divenne Arcivescovo di Westminster) era una delle più importanti scuole di teologia e Roma. L’osteria deve essere rimasta attiva fino al 1875 quando la Vigna Inglese venne acquistata dallo Stato Italiano.
  2. L' Osteria della Moletta aveva i propri locali proprio dentro la Torre della Moletta che era stata costruita in epoca medievale sul lato curvo meridionale del Circo Massimo. La torre era stata uno dei capisaldi del Fortilizio dei Frangipane e nel XIII residenza di Jacopa Frangipane, detta anche Jacopa dei Settesoli che qui vi aveva ospitato anche San Francesco. Con la decandenza della famiglia, la proprietà passò di mano e già nel XV secolo i locali poiché si trovavano nei pressi del Fosso dell'Acqua Mariana furono affittati come opificio per la lavorazione dei panni di lana. Nel XVIII secolo la valca non era più attiva e probabilmente i locali furono trasformati già allora in osteria.
  3. L’Osteria del povero diavolo si trovava nella cosiddetta “Torre del povero Diavolo”, una delle tante tante case torri che erano state scapitozzate nel Medioevo; al posto dell'osteria nel 1912 fu realizzato il Ministero delle Colonie oggi divenuto sede della FAO ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 20/09/2016)




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