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S. Callisto, banchiere, forzato e poi Papa


La sua vita ha molte zone d’ombra e fu Papa in un periodo in cui la Chiesa era già dilaniata da scontri di opposte fazioni tanto che morì lapidato in fondo ad un pozzo e per questo consacrato martire della Chiesa cattolica; il suo nome è rimasto legato al cimitero ipogeo dei primi cristiani sulla Via Appia, le Catocombe di San Callisto di cui fu il primo custode.
Callisto nacque nella Regio Transtiberim in una zona chiamata “Ravennatio” perché vi erano acquartierati gli equipaggi della flotta di Ravenna; ed era schiavo di Carpoforo, liberto dell’Imperatore Commodo che era molto ricco e probabilmente gli affidò la gestione di una banca nella Regio III popolata in prevalenza da cristiani. Il fallimento della banca, dovuto alla difficile situazione economica che l’impero romano attraversò sotto Commodo e ad alcuni errori nella concessione di credito a mercanti ebrei che sembra non restituirono i prestiti, avvenne nel 185 a.C. e Callisto fuggì in Portogallo; ripreso fu riportato a Roma, ed il prefetto dell’Urbe Seio Fusciano, lo condannò “ad metalla” (ai lavori forzati) nelle miniere della Sardegna. Dalle miniere della Sardegna lo salvò Marcia, la concubina di Commodo, che era di fede cristiana e Callisto, che era già diacono, fu comunque allontanato da Papa Vittore e visse alcuni anni ad Antium.

Non ci sono notizie di ciò che fece quando era ad Antium, comunque era un personaggio capace ed intraprendente tanto che il nuovo Papa Zefferino lo richiamò a Roma e lo incaricò di sistemare il cimitero che si trovava sulla Via Appia; Callisto realizzò il complesso cimitero ipogeo che ancora oggi porta il suo nome. Aveva anche buone doti diplomatiche e fece delle catacombe un’istituzione privata riconosciuta anche dalla prefettura di Roma; queste erano cimiteri comuni dove ognuno doveva pagare in proporzione alle proprie possibilità per la sepoltura di cui si occupava una sorta di corporazione agli ordini di Callisto; in effetti le Catacombe sulla Via Appia furono la prima proprietà comunitaria della Chiesa Romana. La realizzazione del cimitero fu un grande successo tanto che Callisto divenne consigliere del Papa che lo nominò arcidiacono e di cui fu il successore.
Divenne Pontefice mentre era imperatore Elagabalo e poi ancora con Alessandro Severo durante la reggenza di Julia Mamea; sotto Elagabalo la vita dei cristiani incontrò qualche difficoltà ma con Alessandro Severo si può dire che c’era libertà di culto ed anzi lo stesso Alessandro Severo tra i suoi dei pregava anche Gesù Cristo; i problemi Callisto li ebbe tutti all’interno della gerarchia della chiesa con Ippolito con cui entrò in contrasto violento per il cosiddetto Editto di Callisto con cui venivano riammessi al sacramento della comunione, dopo una giusta penitenza, coloro che avevano commesso adulterio e fornicazione. In realtà c’erano anche altri motivi che riguardavano una interpretazione permissiva della dottrina cattolica, soprattutto per la concessione del perdono cristiano a chi, dopo aver aderito ad eresie, chiedeva di rientrare nella chiesa cristiana. Sembra si debba a lui la proibizione del matrimonio tra consanguinei ed inoltre Callisto dispose che la relazione di concubinato fra una matrona e un inferiore avesse per la Chiesa lo stesso valore, ed obblighi, di un matrimonio legittimo.

Durante il suo Pontificato Callisto visse nella sua Regio Natale, in Trastevere, nei pressi di un’edicola utilizzata per le celebrazione e dove poi sorgerà la Chiesa di Santa Maria In Trastevere, ed abitava in una casa dove fu sorpreso da alcuni fanatici della fazione avversaria che gli legarono una pietra al collo e lo gettarono nel pozzo che si trovava nel cortile della casa, finendolo poi con la lapidazione.
Il suo corpo fu sepolto nelle cimitero di Calepodio sulla Via Aurelia, solo nel XI secolo venne traslato nella Chiesa di santa Maria in Trastevere costruita sopra l’oratorio da lui fondato quando divenne papa. Dove abitava sorge ora la Chiesa di San Callisto e nel cortile è ancora visibile un pozzo che dovrebbe essere quello in cui fu gettato nel 222 d.C.
Il martirio di Callisto è considerato dagli studiosi come un fatto certo avvenuto nel 222 d.C. anche se ci sono differenze interpretative in merito alle cause, modalità e data del fatto. Il Liber Pontificalis indica la data del 14 ottobbre e come causa la persecuzione dei cristiani voluta del neo imperatore Alessandro Severo che avrebbe condannato Callisto a morte; gli storici sono piuttosto del parere che il martirio e l'uccisione del Papa sia avvenuta durante i tumulti popolari che scoppiarono dopo l’uccisione di Elagabalo e di sua madre; è verosimile che l’eccitazione popolare si sia scagliata contro tutto ciò che l’imperatore assassinato non aveva apertamente osteggiato e Callisto aveva goduto del rispetto di Elagabalo: per questo motivo il popolo si scagliò contro di lui e lo gettò nel pozzo davanti alla sua casa dopo avergli legato una pietra al collo. A Roma, nei giorni dopo la morte di Elagabalo, il clima era difficile e questo spiega perchà la sepoltura del Papa martirizzato fu fatta utilizzando un cimitero che si trovava abbastanza vicino, al terzo chilometro della Via Aurelia.
I suoi avversari ideologici furono Ippolito, l’antipapa, e Tertulliano





di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 21/09/20156)