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Ager nomentanum terra di poeti


La “villa” per i Romani, sin dai tempi antichi era un'abitazione situata fuori dalle mura della città ed il termine indicava sia l'edificio residenziale che la struttura rurale più articolata comprensiva dell'ager o praedium, ovvero la proprietà terriera. Ager indicava il territorio di pertinenza di una città destinato ad usi civici, mentre con praedium si indicavano i terreni dei privati; Cornelio Nepote per descrivere la villa di Pomponio attico scrive: “Nomentanum rusticum praedium” .
Nell' ager Nomentanum, territorio compreso tra il fiume Tevere e l’Aniene, suo affluente, lungo la strada che portava a Nomentum ebbero le loro ville Seneca, Marziale, Cornelio Nepote e Pomponio Attico.
Questo era il territorio dei municipia romani di Fidenae, Ficulea e Nomentum era un ager a vocazione agricola caratterizzato dalla presenza di ville, fattorie e piccole aziende. L’area oggi pertinente ad alcuni comuni della provincia di Roma - Fonte Nuova, Mentana, Guidonia, Monterotondo e Roma -è stata oggetto di forte inurbanizzazione a partire dagli anni ’70; durante i lavori di scavo sono stati rinvenuti resti di molte costruzioni di epoca romana per i quali la Sovraintendenza ha effettuato scavi di sondaggio perimetrando le aree in attesa di procedere ad indagini archeologiche più approfondite.
Le ricerche archeologiche nella zona di Mentana risalgono invece all’Ottocento quando la famiglia Borghese, padrona del feudo di Mentana dal 1655, voleva reperire “anticaglie” con cui potere adornare i suoi palazzi; durante queste ricerche fu individuato il Foro dell’antica Nomentum su un’area che alla fine del secolo scorso è stata acquisita dal Ministero dei Beni culturali con la finalità di avviare campagne organiche di scavi e farne un’area di interesse archeologico fruibile.
Il territorio di “Nomento” è noto sin dall’antichità e nella Tavola Peuntigeriana la distanza da Roma è indicata in XIV miglia.
In base alle evidenze dei reperti ed alle indicazioni epigrafiche e storiche è stato accertato che il sito dell’antica Nomentum è da collocarsi al km 20,600 della odierna Via Nomentana nella zona denominata “Casali”.
Virgilio parla della città come di una colonia albana in territorio sabino che fu sottomessa da Tarquinio Prisco e pur non partecipando alla Lega Latina fu una delle città che si ribellarono nel 338 a.C.; in seguito alla sconfitta fu incorporata a tutti gli effetti nel territorio romano divenendo un municipio retto da un dittatore.
Tutta l’area era coperta di insediamenti che avevano le caratteristiche della villa suburbana; la villa per i romani, indicava un’abitazione situata al di fuori delle mura di Roma che comprendeva sia l’edificio residenziale che il complesso dei fabbricati rurali, assimilabile più al termine moderno di “tenuta”.
La villa alla fine dell’età repubblicana non fu più solo centro di produzione agricola, divenne sempre più luogo di pace, di otium. I ricchi proprietari, che si allontanavano dalla confusione della città cercando il contatto con la natura, vi conducevano un'intensa vita culturale dedicandosi alla lettura, agli studi, alla dotta conversazione, alla scrittura, al teatro, oltre ad occuparsi della gestione della tenuta. Per la prima volta la villa viene associata all'attività letteraria: Cicerone compose in villa alcune delle sue più celebri opere ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.1 - 17/08/2016)