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Vespasiano


Apparteneva alla gens Flavia, era nato il 17 dicembre del 9 d.C. a Vicus Phalacrinae (oggi Cittareale) nell’alta Sabina, suo padre Flavio Sabino era un esattore delle imposte mentre la madre Vespasia Polla era la sorella di un senatore.
Il nonno era stato un sottufficiale dell’esercito e nella guerra civile era un partigiano di Pompeo, dopo la vittoria di Cesare ebbe il perdono e fini con l’esercitare il mestiere di cambiavalute; la vita familiare di Vespasiano fu nell’ambito della famiglia della madre, infatti il padre era prima esattore in Asia e poi nella Gallia, dove dovrebbe essere morto verso il 15 d.C.; la madre rimasta sola mandò il piccolo Tito Vespasiano presso la nonna paterna Tertulla che viveva in una villa rurale a Cosa (detta anche Accumuli Cose sempre nell’Alta Sabina), mentre tenne presso di sé il figlio maggiore Flavio Sabino con il quale quasi sicuramente si trasferì nella bellissima domus che è stata ritrovata presso il foro di Spoleto e che apparteneva al padre Vespasius dal quale la figlia l’aveva ereditata.
Gli anni vissuti con la nonna Tertulla furono molto felici per Vespasiano che forse imparò da lei l’ironia nell’affrontare le cose della vita; quando Tertulla morì dovette tornare dalla madre che era autoritaria ed ambiziosa; rimase molto legato alla nonna tanto che, "... aviae memoriam tanto opere dilexit ...", portava con sé una piccola tazza d’argento che era stata di lei con cui beveva nei giorni solenni e di festa.
Freddo e difficile fu invece il rapporto con la madre che gli preferiva il fratello; Svetonio traccia in poche righe il rapporto tra Vespasiano e Vespasia Polla:

"Assunta la toga virile, rifiutò a lungo il laticlavio senatorio, benché il fratello lo avesse già preso. E solo i rimproveri (piuttosto che le preghiere e l’autorità della madre) lo indussero al fine a richiederlo. Essa era solita insultarlo, chiamandolo ogni tanto ‘l’usciere del fratello’ ".

Il cursus honorum fu spinto dalla madre, anche se comunque la carriera fu alquanto complicata; nel 30 d. C. ancora cavaliere, fu tribuno militare in Tracia e poi nel 34 divenne questore fu questore a Creta e Cirene, fatto che gli consentì di entrare in senato nel 36 d.C. . Sono questi gli anni della sua presenza a Roma e dei tentativi di progredire nella carriera politica arrivando nel 38 ad essere edile e poi nel 40 pretore non senza ricorrere a comportamenti adulatori, secondo quello che racconta Svetonio, anche se probabilmente più da ascrivere alla madre Vespasia Polla che non a lui.
Probabilmente quando era questore iniziò anche la sua lunga storia d’amore con Antonia Caenis o Cenide, una schiava di Antonia Minore; Cenide era una nata probabilmente verso il 10 d.C. ed era una giovane schiava quando Antonia la prese come suo scriba personale per la sua lealtà e fedeltà; quasi certamente fu lei a scrivere la lettera a Tiberio in cui Antonia raccontava dei tradimenti di Seiano.
La carriera di Vespasiano non era comunque ancora decollata e non gli fu certamente d’aiuto il matrimonio con Flavia Domitilla figlia di Flavio Liberale, il capo degli scriba dei questori. La donna, secondo quanto racconta Svetonio era stata delicia di Statilio Capella, romano di rango equestre a cui il padre l’avrebbe ceduta per riscattare un debito che aveva con il cavaliere. Tutta la storia evidentemente non importò molto molto a Vespasiano che era molto pragmatico e quindi è verosimile che la moglie l’aveva scelta perché fosse in grado di dargli dei figli e sapesse comportarsi nei convivi e nelle feste; fu un’unione salda anche se lui continuò probabilmente la sua relazione con Cenide che incontrava quando si trovava a Roma ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 10/06/2016)




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