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Tempio dei Dioscuri


Le tre colonne del Tempio dei Dioscuri che svettano nel Foro Romano dal XV sono quanto resta di uno dei templi più antichi dell’Urbe; il tempio era ancora integro nel V secolo e menzionato nei Cataloghi Regionari ma pochi secoli dopo solo tre colonne del pronao si ergevano inconfondibili tanto che la strada che collegava il centro di Roma Antica con il Velabro era chiamata Via Trium Columnarum.
Il Tempio dedicato ai gemelli divini era chiamato aedes Castorum ed è uno dei tempi arcaici di Roma, fu costruito dopo quello di Giove Capitolino, di Saturno e di Cerere.
Il culto dei Dioscuri ebbe origine a Sparta e fu adottato dai Romani già nel VI sec. a.C. probabilmente portato dalla componente sabina del popolo di Roma che si presume originaria proprio di Sparta. Nel mito greco i gemelli sono i figli di Leda, frutto del suo amore consapevole con Tindaro re dei Lacedemoni ed inconsapevole con Zeus re degli dei; Leda ebbe così un figlio mortale Castore, da Tindaro, ed uno immortale Polluce, da Zeus. Nati insieme, crebbero insieme ed insieme vissero le più emozionanti vicende dell’epopea greca fino alla morte di Castore che insopportabile per Polluce lo portò a chiedere al padre di far morire anche lui; Zeus decise altrimenti concedendo loro di vivere insieme un giorno nell’Olimpo come dei ed un giorno nell’Ade come mortali.
Il tempio fu votato da Aulo Postumio Albino, il dittatore che nel 496 a.C. era comandante dell’esercito di Roma nello scontro contro l'esercito della Lega Latina guidato da Ottavio Mamillo, il genero ed alleato di Tarquinio il Superbo che tentava di riprendere Roma. Lo scontro si sarebbe verificato al Lago Regillo, lungo la strada che portava a Tuscolo; nella battaglia, dopo una prima fase di sostanziale parità, i Latini cominciavano a prendere il sopravvento ed allora Aulo Postumio pregò Giove di aiutare le schiere di Roma. Improvvisamente nel campo di battaglia apparvero due cavalieri che gettandosi sui nemici diedero l'esempio alle demoralizzate schiere romane. I soldati avevano riconosciuto nei due cavalieri i gemelli divini e forti del favore degli dei riuscirono a cambiare il corso della battaglia ed a vincere. Nella realtà i soldati di Roma che stavano per demordere decisero di riprendere a combattere perché Aulo Postumio aveva gridato alla sua guardia personale di uccidere tutti coloro che fuggivano dal campo di battaglia.
Ad ogni modo, alla fine Roma vinse ed Aulo Postumio fu ben felice di poter ringraziare gli dei e dedicare un Tempio ai Dioscuri.
I Dioscuri erano le divinità che proteggevano la classe degli equites e proprio davanti al tempio terminava la transvectio equitum, la parata che i cavalieri facevano partendo dal Clivio di Marte lungo la Via Appia; la parata si svolgeva il 15 luglio, giorno della battaglia del Lago Regillo, ed era stata istituita da Quinto Fabio Rulliano e Publio Decio Mure nel 304 per celebrare la classe degli equites per il determinante contributo che avevano dato nelle Guerre Sannitiche.
Come in altri templi dedicati agli dei, nell’edificio si svolse molta parte della vita pubblica della Roma Repubblicana perché essendo posto all’angolo sud del Foro Romano era inevitabile che divenisse teatro di vari episodi della storia di Roma. Cicerone ad esempio ricorda come si trovasse sui “rostra” del Tempio dei Dioscuri per assistere alle arringhe di Clodio nel Tribunale; i rostra erano posti sul pronao del tempio ed erano una delle tre tribune da cui si poteva parlare nel Foro Romano del I sec. a.C..
Il tempio fu rimaneggiato varie volte dalla sua costruzione, si sa che nel 117 a.C. venne restaurato da Quinto Cecilio Metello Dalmatico, nel 74 a.C. da Verre ed infine nel 6 d.C. da Tiberio; vi portò delle modifiche anche Caligola e dovrebbe essere stato restaurato da Traiano o da Adriano dopo il grande incendio del 64 d.C. ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 21/10/2016)