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Ritorna in Italia un Vaso Attico del IV secolo a.C.

Cratere a calice del IV sec. a.C.

Il MiBAC ha comunicato che a breve lo Lo Speed Art Museum  di Lousville restituirà un cratere a calice a figure rosse proveniente da Paestum.
Questo tipo di ceramica sostituì quella a figure nere e venne prodotta ad Atene a partire dal 530-525 a.C. fino a tutto il IV secolo ed il suo uso si diffuse in tutto il bacino del mediterraneo ed in particolare nelle nuove colonie della penisola italica.
Il cratere era un recipiente molto capace usato per contenere il vino durante i banchetti ed in cui veniva versato il vino miscelato con acqua e/o miele.
Le figure riportano un soggetto del mito di Dioniso spesso usato per questo tipo di contenitore e riconducibile alle rappresentazioni mimiche molto diffuse nelle colonie doriche italiane dove elementi dei miti greci si erano fusi con le istanze magiche che gli Italioti collegavano al consumo del vino. L'iconografia che rientra in una delle 200 individuate dagli studiosi, rimanda ad un uso del vaso come corredo funebre nei quali Dionisio viene esaltato per il suo aspetto salvifico.
Alcuni elementi della decorazione fanno presupporre che sia opera di Asteas, un ceramista greco che aveva il suo laboratorio a Paestum e realizzava hydriai e cratere per i quali prediligeva scene mitologiche e teatrali da cui i vasi hanno preso il nome di fliacici.
Asteas fu attivo nel IV secolo e la sua produzione si diffuse in tutte le colonie della Megálē Hellàs; la sua opera più famosa è il cratere con il “Ratto di Europa”, trafugato da Sant'Agata dei Goti e anche questo restituito in Italia nel 2005 dopo lunghe e complesse indagini del reparto dell'Arma dei Carabinieri che si occupa della Tutela del Patrimonio Artistico.
Il prezioso cratere a calice con raffigurazione di Dionisio era arrivato sul mercato antiquario internazionale, dove lo Speed lo aveva acquisito, in seguito ad uno scavo clandestino; quando nel 2015 Christos Tsirogiannis, un assistente ricercatore impiegato nel progetto Tratta di Cultura dell’Università di Glasgow, ha fornito al museo le prove della provenienza illecita, lo Speed ha volontariamente proposto la restituzione.



di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 06/02/2018)