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I magazzini del sale

I magazzini del sale

L'approvvigionamento del sale per Roma, almeno fino all'era moderna, è stato un costante problema dei suoi governanti; già nel VII secolo a.C. Anco Marzio si era preoccupato di assicurarsi il controllo delle saline degli stagni di Ostia sottraendolo ai Veienti.
Da allora il sale arrivava a Roma risalendo il Tevere su barconi che attraccavano nei pressi di Riva Marmorata ed, allo stesso modo, il sale continuò ad arrivare a Roma via fiume anche durante il Medioevo. Le saline dal IX secolo furono chiamate Campo Maiore o Campo Salino quelle poste sulla riva destra,mentre quelle poste sulla riva sinistra vennero chiamate Campo Ostiensi.
Il sale raccolto al Campo Maiore veniva immagazzinato in apposite strutture prima di essere trasportato a Roma via fiume; verso la metà del XV secolo ci sono testimonianze sulla costruzione di un palati nel quale debet deponi sal (1445), di una chasa del sale ad Ostia (1551)ed in civitate Hostiensi, la costruzione di una domus ad usum salarie (1509).
Questo testimonia come strutture differenti e site su entrambe le rive del Tevere fossero usate come magazzini del sale in quel meandro del fiume che scomparve dopo la grande piena del 15 settembre 1557 quando il livello delle acque arrivò a m. 18,90.
Fu dopo questo evento che la la Dogana Pontificia fu spostata dal Borgo di Ostia e dal suo Castello a Tor Boacciana, una torre costruita nel I secolo sui resti del Faro di Ostia risalente all'età traianea.
La torre era stata costruita nel XII secolo dalla famiglia dei Bobaciani ed è quasi sicuramente la torre che vide Riccardo Cuor di Leone quando sbarcò ad Ostia che la definì turris pulcerrima sed solitaria. I Bobaciani all'inizio del XIII secolo capeggiarono il moto di rivolta contro il papa e favorevole a Federico II; la torre serviva per avvistare i nemici che potevano avvicinarsi dal mare. Questa funzione di avvistamento dei pericoli provenienti dal mare la conservò nei secoli seguenti quando accadeva spesso che i pirati tentavano di avvicinarsi a Roma risalendo il Tevere.
Nel 1557 dopo la grande piena del Tevere, fu spostata qui la Dogana Pontificia e vi rimase sino al 1568 quando per l'allontanamento della costa fu necessario costruire una nuova dogana. Con lo spostamento del corso del fiume la dogana fu ulteriormente spostata a Tor San Michele ed in prossimità fu fatto costruire un nuovo Magazzino del Sale che sostituì quello quattrocentesco che si trovava in prossimità delle saline ed era ormai divenuto troppo distante dal punto d'attracco dei barconi addetti al trasporto.
Tor San Michele è un edificio progettato da Michelangelo Buonarroti che però non poté seguirne l'edificazione in quanto morì nel febbraio del 1564; i lavori furono affidati a Giovanni Lippi che nell'esecuzione rispettò il progetto di Michelangelo. Il nome alla torre fu dato da Papa Pio V, nato Michele Ghisleri, che volle dedicarla al suo protettore l'Arcangelo Michele.
Nell'area di Ostia Antica, uno di questi è il cosiddetto Casalone, un edificio ancora esistente che all'interno presenta delle murature risalenti al periodo imperiale su vari livelli che proprio in età rinascimentale furono utilizzati come magazzini del sale.
Il Casalone si trova oggi nell'abitato di Ostia Antica: sul lato est dell'edificio, più volte ristrutturato, è presente lo stemma di papa Gregorio XIII ( 1572-85) che non si sa quando vi sia stato posto, mentre nel cortile retrostante sono individuabili dei resti di mura riconducibili ad un edificio a pianta rettangolare diviso in due navate da due grandi pilastri in muratura laterizia che dovevano sorreggere un soffitto di legno e che ricordano la tipologia dei magazzini del sale in uso nei secoli XVII-XVIII.
Durante tutto il medioevo il sale continuò ad essere una fonte di reddito per la Curia Pontificia e l'ufficio era affidato ad un executor salis et focatici, un funzionario che riscuoteva l'imposta sul sale ma anche quella sul focolare, ovvero l'imposta sulle abitazioni; la Curia continuò a riscuotere l'imposta sul sale fino al XIX secolo, fino a quando perse il dominio territoriale su Roma e sulle saline di Ostia.
Dal Magazzino del sale di Ostia i sacchi di sale venivano poi caricati su barconi detti burchi che dovevano risalire il fiume controcorrente e per poterlo fare dovevano essere tirati da buoi aggiogati che percorrevano la Via Campana il cui tracciato rimase per questo sempre parallelo al corso del Tevere; questa attività di trasporto era anche questa controllata dalla Curia che assegnava il servizio in appalto. Quando i barconi arrivano a Roma, all'altezza dell'Aventino vi era un approdo naturale usato sin dall'antichità e conosciuto come Ripa Marmorata, qui i sacchi venivano trasportati a spalla fino a dei carretti che poi risalivano una strada scoscesa, chiamata Via delle Saline, fino ai Magazzini del Sale che si trovavano proprio di fronte all'Aventino.
Nel corso del XVI secolo furono costruiti degli ampi magazzini, per lo più a ridosso delle pendici dell'Aventino, che andarono a modificare le caratteristiche delle sponde in quel tratto di fiume. Ma anche l'Aventino ne fu molto modificato ed anzi ci furono smottamenti che coinvolsero parte dei giardini soprastanti i cui proprietari arrivarono a far causa ai proprietari dei magazzini. In una di queste fu chiamato ad una perizia tecnica l'architetto Carlo Fontana che ha lasciato un dettagliato studio dell'utilizzo delle pendici dell'Aventino ed indirettamente dei siti interessati ai magazzini del sale. Prima di poter scaricare i sacchi di sale i burchi dovevano passare la Dogana di Ripa.
Di quel periodo l'olandese Van Wittel, pittore ed architetto per i Papi, meglio conosciuto come Vanvitelli ha lasciato due opere che ritraggono proprio l'arrivo del sale a Ripa Marmorata ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 26/09/2019)




Bibliografia:

  • - Simona Pannuzi: La laguna di Ostia: produzione del sale e trasformazione del paesaggio dall'età antica all'età moderna – Melanges del l'Ecole francaise de Roma, 2013 125-2