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Lupercalia

Lupercalia

Dopo un secolo dall'editto di Teodosio che aveva imposto i cristianesimo come unica religione, l’ultima festa pagana di Roma ad essere abolita furono I Lupercalia, rito arcaico della purificazione delle greggi che veniva celebrato nei giorni nefasti dal 13 al 15 di febbraio, mese della purificazione.
La tradizione racconta che la festa sia stata voluta dagli stessi Romolo e Remo, i Luperci, che dopo aver ottenuto dal nonno Numitore l'autorizzazione per costruire la nuova città, sacrificarono dei capri agli dei e poi si abbandonarono ad un pasto abbondante ed a bere e come racconta Valerio Massimo.

... facto sacrificio caesisque capris epularum hilaritate ac vino largiore provecti, divisa pastorali turba, cincti obvios pellibus immolatarum hostiarum iocantes petiverunt. Cuius hilaritatis memoria annuo circuitu feriarum repetitur.

Romolo e Remo ed i loro compagni, tutti resi allegri dal vino che avevano bevuto, dopo essersi coperti delle pelli degli animali che avevano sacrificato agli dei si divisero in due gruppi ed andarono stuzzicando chiunque incontravano. Da allora ogni anno la vicenda veniva commemorata il 15 febbraio. La commemorazione dell'episodio era demandata al sodalizio dei Luperci al quale era anche affidato il Lupercale, la grotta in cui, secondo il mito, il pastore Faustolo aveva trovato i due gemelli.
La realtà storica racconta una storia diversa, quella del culto del Dio Fauno che due potenti gentes, i Fabii ed i Quinzii, portarono a Roma quando decisero di insediarsi nella nuova città che si era sviluppata in riva sinistra del Tevere presso il guado dell'isola Tiberina. I Fabii ed i Quinzii erano due comunità che vivevano in ambiente rurale, agricolo e pastorale nella valle del Tevere a Nord di Roma. Il loro era un Dio potente che controllava l'energia capace di dare la vita e quindi portatore di fertilità; questo dio che già in età repubblicana veniva individuato in Fauno ancora nell'ultima età del bronzo era venerato sul Monte Soratte con il nome di Soranus. I sacerdoti custodi del luogo di culto e dei riti segreti erano detti Luperci, termine la cui etimologia rivela la diretta connessione all'ambiente pastorale da cui discendeva la prosperità di queste gentes. Quando i Fabii ed i Quinzii si trasferirono a Roma portarono i loro riti di fertilità la cui salvaguardia rimase sempre affidata ai Luperci; alle due gentes faceva capo il sodalizio che venne distinto in due gruppi, i Luperci Fabiani ed i Luperci Quinctiales.
Il dio arcaico della fertilità pastorale venne cooptato nel Dio Fauno Luperco ed i sacerdoti continuarono ad essere chiamati Luperci. Il rito tuttavia non aveva solo il dio Fauno ed era legato anche alla divinità femminile di Juno Februa, ovvero Giunone che proteggeva le donne nella gravidanza e nel parto.
Il culto dei Luperci o Lupercali nella Roma monarchica aveva il patrocinio di due gentes potenti e ricche. I Fabi ed i Quinzi che emigrando a Roma probabilmente nel VII secolo portarono le loro tradizioni e i loro culti che erano legati all'ambiente pastorale e alle attività di allevamento degli ovini da cui traevano la loro ricchezza.
Ancora in età imperiale era affidata ai due sodalizi dei Luperci Fabiani e dei Luperci Quinziali l'organizzazione dei riti previsti per I Lupercalia. La festa si celebrava ai piedi del Germalus davanti alla grotta del Lupercale dove secondo il mito il pastore Faustolo aveva trovato i gemelli Romolo e Remo.
Plutarco ha raccontato che la festa si celebrava in due fasi: nella prima davanti al Lupercale ed al flamen Dialis, sacerdote di Giove, venivano sacrificate alcune capre e un cane da sodales che , nel rito che era loro affidato, dopo aver sacrificato la capra toccavano con il coltello sporco di sangue la fronte di due ragazzi dell'aristocrazia romana che in questo modo entravano a far parte dei sodales , e dopo essersi puliti dal sangue con un batuffolo di lana bagnato con il latte, scoppiavano a ridere.
Al sacrificio seguiva poi lo scuoiamento delle capre e quindi dalla pelle si ricavavano delle strisce che erano usate come frustini dai giovani Luperci che correvano seminudi per la città distribuendo colpi, ai quali le donne che desideravano fecondità non si sottraevano ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 22/11/2019)