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Lucrezia Romana


Roma era ancora una città abbastanza piccola alla fine del VII sec. a.C. e la sua espansione cominciò con l’annessione delle città limitrofe. All’inizio del VI secolo a.C. fu conquistata Collatia (odierna località di Lunghezza nella periferia di Roma) da Tarquinio Prisco, che ne affidò il governo al cugino e marito della sorella, Egerio. Qui si stabilì Egerio con la sua famiglia ed il figlio Lucio Tarquinio Collatino con la sua bellissima sposa Lucrezia, figlia del nobile uomo politico e senatore Spurio Lucrezio Tricipitino.
La vicenda di Lucrezia è emblematica per la storia intera di Roma di cui è una delle prime eroine e quanto le accadde fu la causa scatenante della cacciata di Tarquinio il Superbo e della fine della monarchia.
La storia di Lucrezia è stata raccontata da Tito Livio, da Dionigi di Alicarnasso ma anche da Virgilio, che, nel I secolo AD, ripresero i racconti da fonti precedenti; gli studiosi moderni sono comunque propensi a credere che Lucrezia sia stata una donna realmente vissuta e che i fatti raccontati siano reali.
La vicenda accadde durante il lungo assedio che Tarquinio il Superbo pose ad Ardea, capitale dei Rutuli. I Rutuli erano un popolo ricco mentre Roma alla fine del VI a.C. aveva scarsità di risorse ed il popolo era scontento. Il re Lucio Tarquinio detto il Superbo, riferisce Tito Livio, per costruire il Tempio di Giove Capitolino (Ottimo Massimo) impose alla plebe romana di lavorarvi alla stregua di schiavi alimentando il malcontento; per riconquistare il favore del popolo Tarquinio il Superbo decise di conquistare i territori dei Rutuli e le loro ricchezze.
Ma l’assedio richiedeva tempo e così spesso gli ufficiali avevano delle licenze durante le quali i più giovani passavano il tempo bevendo e discorrendo tra loro. Accadde così che Sesto Tarquinio, figlio di Tarquinio il Superbo, e Tarquinio Collatino, figlio di Egerio, cominciarono a parlare delle mogli esaltandone le qualità; Collatino per provare che la sua era la migliore, propose di cavalcare fino alle loro case ed arrivare inaspettati per verificare le virtù delle mogli.
I giovani ufficiali cavalcarono fino a Roma, dove era la Regia, ed a Collatia, dove era la casa di Collatino, per scoprire come trascorrevano il tempo le loro mogli; entrati di nascosto in casa trovarono Lucrezia che filava insieme alle ancelle mentre la moglie di Sestio trascorreva il tempo in banchetti e divertimenti. Da quel momento Sestio Tarquinio cominciò a desiderare Lucrezia, e se per Tito Livio la causa sarebbe un raptus di desiderio, Virgilio, che riprende la storia (dove Sestio si chiama Arrunte che sembra fosse il vero nome del figlio del re), descrive l'intento di Sestio come pura e semplice volontà di violare la castità di Lucrezia, come una vendetta per cancellare la sua supremazia morale.

Torna dopo giorni a Collatia, senza farlo sapere a Collatino, e si fa ospitare da Lucrezia che ignara accoglie Sestio come amico del marito e figlio del re; durante la notte Sestio si introduce nella camera di Lucrezia; l'intento di Sestio, libido o meno, è comunque di approfittare di Lucrezia e non parla certo d'amore quando la minaccia con il pugnale di morte se non acconsente ai suoi desideri e per rendere più esplicita la violenza, minaccia di lasciarla sul letto vicino ad uno schiavo sgozzato come colta in flagrante del più vile degli adulteri ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 17/05/2015)




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