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Augusto il dio vivente


Dopo gli anni convulsi del II Triumvirato e della guerra civile, Ottaviano orchestrò una campagna propagandistica imperniata sulla sua immagine di principe destinato a riportare il mondo all’età dell’oro.
Il giorno solenne della nascita del culto di Augusto è il 16 gennaio del 1927, giorno in cui il Senato di Roma decretò il nuovo appellativo; tre giorni prima, il 13 gennaio gli era stata consegnata la corona civica per aver restaurato la repubblica a Roma: il senato collocò nella Curia uno scudo d’oro per celebrare le doti di virtus, clementia, iustitia e pietas riconosciute ad Ottaviano.
Ottaviano pose le basi per il culto della sua persona quando, all’indomani della battaglia di Nauloco, nel 36 a.C. si presentò in Senato come colui che aveva definitivamente posto fine alle guerre civili e come il campione della pace. Il Senato decretò che in suo onore fosse eretta una statua dorata nel Foro e già questo fu un episodio di rottura con le consuetudini del passato quando le statue venivano erette solo per i cittadini romani che erano morti con le armi in mano.
Fu dopo la battaglia di Azio che il Senato decretò degli onori che poserò le premesse per la futura divinizzazione di Ottaviano:
- Nella ricorrenza della sua nascita si dovevano svolgere cerimonie di ringraziamento agli dei;
- Ogni quattro anni dovevano svolgersi feste in suo onore;
- A celebrazione delle vittoria di Nauloco, ogni volta che rientrava a Roma, i senatori e le vestali seguiti dai cittadini gli dovevano andare ad accoglierlo in segno di gratitudine;
- Gli fu riconosciuto il diritto di proedia ovvero di sedere davanti in ogni spettacolo.
Ma sarà con la conquista di Alessandria che Ottaviano si vide riconosciuti degli onori pari a quelli di un Dio:
- Ad Ottaviano fu riconosciuto il diritto di essere Tribuno a vita,
- Aveva il potere di salvare chiunque avesse invocato il suo nome entro il Pomerio,
- Il giorno della conquista di Alessandria venne annotato come Fausto nei Fasti.
Ben presto in tutto l’impero si diffuse il culto di Augusto, sebbene con modalità diverse; il culto della sua persona fu più che un ossequioso ringraziamento per la pace che aveva riportato, divenne un demiurgo: si pregava l’imperatore o sull’imperatore si giurava, e sotto il suo sguardo vigile si svolgevano le transazioni commerciali ed i processi.
In Egitto, dove il popolo era abituato a considerare i sovrani come dei in terra, già nel 24 a.C. nel tempio del dio coccodrillo a Nilopoli venne posta un’iscrizione che lo definiva “theos ek theu”, ovvero dio figlio di dio; nel 12 a.C. venne completato il tempio che Cleopatra aveva iniziato a costruire per il culto di Antonio e che diviene il Sebasteion, ovvero il Tempio di Augusto. Tuttavia, pur nella sua eclatanza il culto di Augusto in Egitto restò affidato nell’organizzazione e nelle manifestazioni all’aristocrazia locale e soprattutto ai sacerdoti; l'amministrazione centrale di Roma non interveniva, non era necessario perché la religione tradizionale egiziana aveva sacralizzato il potere e fu sufficiente creare un solido legame con le classi sociali dominanti per ottenere il riconoscimento dell’imperatore come detentore unico del potere.
Molto e diverse furono le situazioni nelle altre province dell’Impero ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 26/09/2016)