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Basilica Costantiniana di San Pietro

Basilica Costantiniana di San Pietro

La tradizione racconta che l'Imperatore Costantino fu il primo imperatore a farsi cristiano dopo che con l'editto di Milano del 313 firmò il riconoscimento della religione dei Cristiani come unica vera religione dell'impero, in realtà, Costantino come imperatore di Occidente e Licinio come imperatore d'oriente, con l'editto del 313 firmarono il riconoscimento della libertà di culto all'interno dei confini dell'Impero.
Costantino aveva preso atto di come la chiesa aveva costruito una vera e propria organizzazione che in molte funzioni aveva sostituito quella romana. Una situazione diametralmente opposta a quella rivendicata per secoli dalla “Donazione di Costantino” con cui la Chiesa Romana legittimava il potere temporale su alcuni territori che gli sarebbero stati donati proprio dall'imperatore Costantino e che poi sarebbe stata chiarita nel XV secolo quando Lorenzo Valla dimostrò che si trattava di un documento apocrifo.
A prescindere quindi dalle pretese senza fondamento storico, alla chiesa di Roma Costantino diede i mezzi per poter esercitare il ruolo, che di fatto si era assunta, di assistenza e supporto della parte più povera della popolazione, donandogli vaste proprietà agricole da cui poter trarre le risorse economiche necessarie alla sua missione. Ma Costantino volle rendere evidente questo ruolo della chiesa cristiana donandole alcune basiliche ed anche delle sedi di prestigio come quella Laterana e soprattutto avviando la costruzione della basilica sulla tomba dell'apostolo Pietro. La tradizione cristiana racconta che il sito fu quello dove il corpo dell'apostolo fu sepolto dopo aver subito il martirio sul Gianicolo, il colle vicino a quello Vaticano in riva destra del Tevere.
Si chiamava semplicemente Campo Vaticano il luogo di sepoltura che accoglieva le spoglie di coloro che morivano a Roma,cristiani e no, ed era molto vicino ali Horti di Agrippina dove l'imperatore Nerone aveva il circo per il suo divertimento privato nella corsa dei carri.
Per realizzare la Basilica dedicata a S, Pietro l'imperatore Costantino fece livellare l'area della necropoli dove era sepolto il discepolo sia spianando che facendo portare terreno di modo che alla fine fu realizzata una grande platea sopraelevata rispetto al piano di calpestio a cui era collegata da 35 gradini.
La platea costituita in gran parte da terra di riporto aveva lo scopo di rendere ipogea la costruzione dove sarebbe stata conservata la tomba dell'Apostolo Pietro che, secondo la tradizione, fu crocefisso tra il 64 ed il 67. La tradizione cristiana da versioni diverse riguardo a chi si occupò della sepoltura del corpo; secondo una versione sarebbero stati dei soldati romani convertiti che abbiano portato il corpo nel campo P della necropoli in ager Vaticanus e lo abbiano deposto, avvolto in un sudario, in una tomba terragna del tipo a cappuccina. Un'altra racconta invece che fu Lino, discepolo e poi successore di Pietro, a prendersi cura del corpo dell'apostolo insieme ad Anacleto che divenne poi il terzo papa(79-90 ).
La necropoli dell'ager Vaticanus era in uso già dall'era pagana ed in particolare vi venivano sepolti i liberti, alcuni dei quali erano anche in grado di pagarsi dei veri e propri monumenti funerari. La tradizione cristiana vuole che in questa necropoli siano stati sepolti i cristiani che vennero giustiziati perché considerati colpevoli di aver appiccato il fmoso incendio del 64 d.C.
Nei secoli seguenti si continuò ad usare la necropoli e nel campo P aumentarono le tombe così che i fedeli che si recavano sulla tomba di Pietro dipinsero di rosso il muro nei cui pressi si riteneva fosse la tomba per via di una scritta Petrus eni che stava a significare la presenza delle spoglie dell'apostolo. I più recenti lavori di scavo e sistemazione della necropoli vaticana hanno reso evidente come questa fosse una vera a propria città dei morti, dove sepolture terragne furono ricoperte da mausolei e monumenti disposti lungo dei percorsi definiti.
Se oggi la visita rivela un città sotterranea, occorre ricordare che in realtà la necropoli era al “aperto cielo” e doveva presentarsi in modo non dissimile a quella di Ostia Antica visibile nell'area archeologica di Porto.
La basilica costantiniana nasce quindi come basilica ad martyrum e come omaggio al sacrificio di Pietro si scelse di dare centralità a quella ritenuta la sua tomba cambiando per questo motivo anche l'orientamento della basilica verso occidente (anziché verso oriente come nella tradizione) affinché la sepoltura dell'apostolo divenisse il punto focale di chi entrava nella grande chiesa.
La centralità data alla tomba dell'Apostolo Pietro era affermata dalla posizione dell'altare centrale che fu posto in esatta corrispondenza e da questa dipendeva l'orientamento di tutta la chiesa.
Se la identificazione del sito e l'individuazione della consistenza delle fondazioni è problematica, non meno è la ricostruzione dell'interno della basilica e degli elementi architettonici che la caratterizzavano.
Fino al pontificato di Liberio il fulcro della Basilica era il catino absidale decorato con la camera fulgens che secondo alcuni, imitando le aulae regiae, consisteva di lamine d'oro o in foglia d'oro, oppure secondo altri di una copertura in forma di conchiglia in tessuto di fili d'oro su cui si stagliava la cosiddetta “Memoria Petrina” ovvero il luogo dove Pietro era sepolto. La camera fulgens in alcune ricostruzioni recenti appare diversa da quella dipinta che si trova nell'affresco di Raffaello inoltre, nel Liber pontifcalis, l'abside è descritta come una nicchia a forma di conchiglia e decorata da materiali preziosi ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 27/09/2019)