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Vita e morte di un gladiatore

Vita e morte di un gladiatore

I combattimenti tra gladiatori furono introdotti a Roma nel III sec. a.C. ed erano offerti al popolo in memoria di un defunto illustre; i primi giochi di cui si ha testimonianza certa si tennero nel 264 a.C, , furono offerti dai figli di Bruto Pera per onorare la memoria del padre e si svolsero al Foro Boario. Decimo Giunio Pera, figlio di Bruto era un potente uomo politico, console nel 266 a.C., che aveva guidato i romani alla vittoria sui Messapi; lui e suo fratello Marco offrirono dei ludi in cui si affrontarono tre coppie di gladiatori, seguendo una consuetudine diffusa in Magna Grecia.
Ma quello stesso tipo di ludus acquisì nei secoli anche un'altra valenza; Tito Livio racconta che l'aristocrazia delle città campane nel IV secolo a.C era solita far svolgere dei combattimenti come intrattenimeto degli ospiti durante i banchetti. Il ludus gladiatorius era diventato uno spettacolo con cui l'rorganizzatore mostrava la sua ricchezza ed al contempo compiaceva i suoi invitati.
Anche i romani favorirono questa evoluzione del significato dei Ludi che già nei I secolo a.C erano diventati una forma di spettacolo oraizzato per compiacere tutto il popolo la fedeltà.
Gli storici vi hanno riconosciuto anche una funzione liberatoria della paura verso i nemici, ed infatti i gladiatori ben presto vennero identificati con tipi precisi di cui il primo fu il Samnis, il gladiatore che scendeva nell'arena equipaggiato come un guerriero sannita. I Sanniti furono il popolo con cui i romani dovettero scontrarsi appena cercarono di estendere la loro influenza sulla penisola italica; erano un popolo guerriero fiero e capace e Roma dovette combatterlo per un tempo molto lungo per riuscire a sottometterlo.
Ma non solo nelle città della Magnagrecia c'era la consuetudine di onorare, nel giorno del loro funerale, gli uomini che erano stati guerrieri, con un combattimento a sangueperchè sembr che anche gli etruschi conoscessero qusto tipo di ritualità. Il combattimento avveniva di solito tra due schiavi o due prigionieri ed i contendenti si affrontavano armati di una corta spada che i romani usavano chiamare gladio.. Il rito venne chiamato ludus gladiatorius ed i combattenti gladiatores.
L'inizio di una vita da gladiatore avveniva per strade quanto mai diverse; si ritiene che diventavano gladiatori coloro che era stati fatti prigionieri in guerra, i criminali per i quali l'alternativa era la morte o la condanna a vita ad metallam oppure gli schiavi che venivano venduti dai loro padroni ai lanisti delle palestre gladiatorie.
Cassio Dione racconta che i Britanni fatti prigionieri durante la campagna del 47 d.C. di Claudio erano considerati dei capaci e strenui combattenti e per questo vennero venduti come gladiatori per gli spettacoli in tutte le arene dell'impero.
Queste erano le modalità più diffuse ma altrettanto diffusa era la consuetudine che liberti o uomini liberi di condizione servile scegliessero liberamente di intraprendere questa vita sperando nei successi e di arricchirsi. Secondo la legge romana, gli schiavi che venivano destinati alla vita di gladiatori ma anche gli uomini liberi che la sceglievano diventavano automaticamente infamis, questo significava che i gladiatori non godevno di diritti ed in primis significava non poter accedere alla cittadinanza romana o perderla e con essa i diritti connesssi e le tutele.
Da quel momento ogni loro attività era di preparazione per potersi esibire nell'arena e tutto avveniva sotto la supervisione del lanista, colui che dirigeva la scuola per gladiatori e decideva il loro impiego nei ludi.
La storia di Roma racconta che la più famosa scuola per gladiatori fu quella di Capua;la citta era stata fondata nel IX secolo dagli Osci, venne poi conquistata prima dagli Etruschi e poi dai Sanniti, tutti popoli presso i quali era diffusa la consuettudine di duelli durante la celebrazione dei funerali di chi aveva difeso in armi la propria terra. Nella città esisteva un anfiteatro per i ludi gladiatores sin dal III secolo a.C. e quindi i lanisti si preoccupavano di avere combattenti sempre disponibili ma non sempre questi erano abili combattenti ed allora Gaio Aurelio Scauro nel 105 a.C. decise di istituire una vera e propria scuola dove i gladiatori potessero specializzarsi e diventare sempre più efficaci e spettacolari; in quella scuola sarebbe stato istruito anche un prigioniero di origine tracia, Spartaco che avrebbe capeggiato la più grande rivolta di gladiatori della storia di Roma.
Secondo Petronio Arbitro l'iniziazione di un gladiatore cominciava con un giuramento che egli fa ripetere ai personaggi del suo Satyricon che si fingevano schiavi destinati all'arena:

Itaque ut duraret inter omnes tutum mendacium, in verba Eumolpi sacramentum iuravimus: uri, vinciri, verberari ferroque necari, et quicquid aliud Eumolpus iussisset. Tanquam legitimi gladiatores domino corpora animasque religiosissime addicimus. (Satyricon, 117)
Pertanto, affinché l’inganno avesse a mantenersi segreto con patto ferreo tra tutti noi, giurammo solennemente ripetendo la formula suggerita da Eumolpo: di farci bruciare, legare, frustare, infilzare con la spada e quant’altro Eumolpo ci avrà comandato. Come dei gladiatori veri ci consacriamo al padrone anima e corpo con patto solenne.

Diventare glaiatori era come iniziare una nuova vita ed anche le identità cambiavano, un nuovo nome veniva assegnato dal lanista od era il pbblico che riconosceva i loro favoriti attraverso un nome che spesso indicava la loro origine ma anche le loro particolari caratteristiche. Scendevano così nell'arena Lytra, Dareios, Margaritis, Hellenikos, Kalendio, Astyanax.
Testimonianze archeologiche hanno dimostrato come anche le donne a volte venivano iniziate alla lotta nell'arena ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 09/11/2021)