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Tages e l'etrusca disciplina

Tages e l'etrusca disciplina

Tra gli antichi miti italici spicca il culto del bambino divino la cui nascita od apparizione segna l’inizio di un’epoca religiosa e storica nuova; il bambino apparve all’etrusco Tarchun ( probabilmente un ascendente dei Tarquini) mentre stava arando i campi ai piedi del colle dove si trovava il santuario dell'Ara della Regina davanti alla città di Tarquinia, sembrò uscito dalla terra e subito cominciò a parlare con saggezza.
La notizia si sparse e subito furono chiamati i lucumoni, i sacerdoti, che cominciarono a trascrivere le parole del bambino che disse di chiamarsi Tages. Le sentenze che Tages pronunciò erano regole e precetti che andarono a formare i libri Tagetici; questi erano quattro libri conosciuti anche come 1) Haruspicini, 2)Fulgurales, 3) Rituales ed infine i libri 4)Acherontici perché il bambino era considerato il messaggero del mondo terrestre e sotterraneo degli dei Aita e Phersipnai dove scorreva il fiume Acheron.
La presenza del bambino dotato d saggezza fra gli uomini fu breve; alla fine dei suoi discorsi il bambino, che secondo la leggenda era figlio della Madre Terra, FufTarchun trova Tages tra le zolle di terraluns, e nipote di Tinia il dio del cielo, scomparve, ma aveva dettato i precetti dell’arte aruspicina che dapprima furono trascritti dai lucumoni e poi, quando gli etruschi entrarono in contatto con il popolo romano, furono tradotti in lingua latina.
I precetti dettati da Tagete erano delle precise norme religiose che dovevano essere seguite perché imposte dagli dei che comunicavano con gli uomini manifestando il loro volere facendo accadere tre tipi di fenomeni che dovevano essere interpretati. Le norme erano delle istruzioni per consentire agli uomini di comprendere i messaggi degli dei attraverso l’esame dei segni fisici e l’interpretazione dei fenomeni terrestri che erano descritti nei libri Tagetici; i fenomeni che gli uomini dovevano osservare e interpretare erano:

  • Extra, ovvero l’esame delle viscere degli animali sacrificati;
  • Monstra, prodigi di più tipi;
  • Fulgura, l’interpretazione delle folgori.
Nei Libri che il divino fanciullo diede a Tarchun vi erano le istruzioni per leggere i prodigia , ed erano le stesse che erano state affinate in Mesopotamia sin dal III millennio a.C. Tra questi rivestiva notevole importanza la lettura delle viscere animali, il cuore, l'intestino ma soprattutto era dalla lettura del fegato, considerato la sede della vita, che si potevano trarre precise indicazioni sulla volontà degli dei. La stessa radice etimologica che indica questa arte divinatoria si rifà alla parola ar = fegato e spicio=guardare.
La divinazione etrusca era strettamente connessa agli influssi delle stelle come è testimoniato proprio dal fegato aruspicino in cui è rappresentato il cielo dell'Etruria del sud in cui nel 1350 a.C. splendeva la costellazione di Cassiopea con al centro la stella più splendente, la seconda, che gli etruschi chiamavano Catha o Kautha o Cavtha ed era la rappresentazione della Dea solare femminile . E' in questo periodo che Tages appare a Tarchun che in realtà è il potente re della dodecapoli dell'Etruria, ed è a lui che il bambino divino trasferisce le capacità divinatorie perchè possa continuare ad espandere la supremazia etrusca nella penisola italica.
IL mitico incontro tra Tages e Tarchun rivela che erano stati quindi gli dei a dare agli uomini i mezzi per comprendere i loro messaggi; i sacerdoti, i soli a cui era stato concesso di potere leggere i Libri Tagetici appresero così l'arte aruspicina e nelle comunità etrusche vennero istituite delle scuole dove i sacerdoti insegnavano quest'arte ai loro adepti.
Quando i Tarquinii si trasferirono a Roma sicuramente con la loro religione portarono anche i Libri Tagetici che servivano a comprendere l'etrusca disciplina, come venne da allora chiamata l'interpretazione dei segni e degli eventi da cui trarre indicazione per le scelte di vita di tutto il popolo.
Eppure, rileggendo il mito di fondazione di Roma risulta evidente come già gli aruspici vi espletassero la loro arte già da tempo se i due gemelli Romolo e Remo per decidere chi dovesse essere il primo regnante e colui che avrebbe fondato la città cercarono un segno divino che indicasse chi dei due doveva essere re: avrebbe regnato chi avesse visto il numero maggiore di uccelli volare sopra il colle prescelto, il Palatino per Romolo e l'Aventino per Remo.





di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 03/05/2019)