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Scutum

Scutum

Gli scudi sono stati usati in guerra sin dai tempi arcaici. Assiri, Ittiti, Egiziani, Persiani, Micenei, Macedoni, hanno apportato nel corso dei secoli modifiche a questo basilare strumento di difesa personale che cambiò forma e dimensione in relazione alle diverse strategie di combattimento.Anche i romani usarono lo scudo in battaglia ed il loro scutum cambiò in ragione del cambiamento delle loro tecniche di battaglia. Ma la scutum fu molto di più di una semplice arma di difesa perchè in quanto tale assunse molteplici valenze sino a diventare espressione del divino.
La storia mitica di Roma riserva un posto particolare allo scudo che il Dio Marte, dopo le preghiere del Re Numa Pompilio, fece scendere dall'alto del cielo per proteggere la città da una tremenda pestilenza: l'ancile o ancilium. Ma quello scudo era molti di più perchè, come la Ninfa Egeria rivelò a Numa, finchè Roma avesse conservato all'interno delle sue mura l'ancile sarrebbe stata molto potente. Per evitare che lo scudo sacro fosse rubato il Re Numa fece realizzare altri undici scudi all'apparenza identici così che non si potesse sapere quale di quelli era uno dei pignora imperii.
La fede nel potere di questo scudo era così forte che nel mese dedicato a Marte i sacerdoti del collegio dei Salii, istituito dallo stesso Numa Pompilio, proprio per far percepire la potenza che era insita nel ancilium lo mostravano a tutto il popolo e soprattutto ai soldati che erano pronti a partire per la guerra . I Salii portavano gli ancilia, i dodici scudi predisposti da Numa, in processione per tutta la città ed era una delle cerimonia che apriva il tempo della guerra perchè era in marzo che gli eserciti partivano per le campagne di conquista.
La loro forma la conosciamo dalle monete sia di età repubblicana che imperiale; gli ancilia nella monetazione romana sono rappresentati come scudi bilobati, ovvero formati da due elementi tondi raccordati tra loro da un terzo elemento rettangolare, ma è improbabile che questa fosse la forma che ebbero gli scudi dell'esercito di Roma almeno fino all'età dei re.
I primi scudi che furono in uso nell'esercito di Roma non dovevano essere molto diversi da quelli dei popoli confinanti,i Latini e gli Etruschi. Da questi ultimi, e al tempo del re di origine etrusca, Servio Tullio fu introdotto il clipeus, derivato dal oplon che usavano gli opliti, i soldati della fantaria pesante greca. Era uno scudo tondo usato in prevalenza dalla fanteria spartana ed era a sua volta un'evoluzione del aspis di origine minoica, uno scudo tondo di forma concava, in legno dipinto e con un passante centrale in legno.
Un clipeus famoso era custodito nel tempio di Semo Sancus sul Quirinale che così descrive Festo

... clipeum antiqui ob rotunditatem etiam corium bovis appellarunt, in quo foedus Gabinorum cum Romanis fuerat descriptum
… l'antico scudo per la forma rotonda ottenuta dalla pelle di bove, sopra cui era stato scritto il patto di allenza dei Gabini con i Romani.

Questa testimonianza letteraria descrive uno scudo rotondo e realizzato in legno e ricoperto con strati sovrapposti di cuoio sul cui diritto sarebbe stato inciso il testo del Foedus Gabinus (VI secolo a.C.) e che, secondo Dionigi di Alicarnasso era ancora visibile nel tempio al tempo di Augusto.
Quella guerra fu forse l'ultima in cui l'esercito romano uso il clipeus in battaglia, infatti dal V secolo a.C. divenne solo un'arma cerimoniale e votiva usata sino al tempo di Augusto, al quale il Senato volle donarne uno nell'anno del suo ottavo consolato con la seguente dedica:

SENATUS POPOLUSQUE ROMANUS
IMP CAESARI DIVI F AUGUSTO
COS VIII DEDIT CLIPEUM
VIRTUTIS CLEMENTIAE
IUSTITIAE PIETATIS ERGA
DEOS PATRIAMQUE

Il Senato e il Popolo di Roma ha conferito all'imperatore Augusto, figlio del Divo Cesare, nell'anno dell'ottavo consolato, questo clipeo segno di valore, clemenza, giustizia e pietà, di fronte agli Dei e alla patria.

Questo testo è stato recuperato per il ritrovamento di una delle tante copie che erano state fatti nei municipia dell'impero, quello di Arelate ed oggi è conservato nel Museo di Arles in Francia. L'originale di quel clipeus virtutis decorava il mausoleo di Augusto ma è andato perduto.
Una rappresentazione realistica per dimensione, forma ed impugnatura dello scudo etrusco è negli affreschi della Tomba dell'Orco a Tarquinia sebbene la datazione al III secolo a.C. potrebbe suggerire che alcune modifiche fossero già state introdotte come conseguenza dei rapporti con Roma.
Il materiale usato era il legno od anche il vimini, in strati sovrapposti ed infine rifiniti con cuoio nelle parti che dovevano andare a contatto con il corpo del soldato. Questo tipo arcaico subì una prima evoluzione quando, per una maggiore protezione del corpo, lo scudo fu realizzato con due elementi di forma tonda raccordati tra loro da un elemento circolare fissato con delle borchie; era il nuovo scudo bilobato, il tipo degli ancilia, gli scudi sacri che i romani affidarono ai Salii. Un esemplare ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 28/10/2021)




Bibliografia:

  • Giovanni Colonna. Gli scudi bilobati dell'Italia Centrale e l'Ancile dei Salii. Archeologia Classica vol. 43, L'Erma di Bretschneider Roma 1991.