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I Saturnalia


In memoria dell'antica età dell'oro dell'uomo, era mitica durante la quale Saturno aveva governato, venivano celebrati grandi festeggiamenti chiamati Saturnalia che avevano luogo nei mesi invernali, all'incirca al solstizio d'inverno. L’età dell’oro quando tutti gli uomini erano uguali e la terra regalava i suoi doni è uno dei miti fondanti della civiltà romana; nelle terre del Latium Vetus avrebbe infatti trovato rifugio Saturno quando il figlio Giove lo cacciò dal Monte Olimpo. Nel mito arcaico romano fu il Dio Janus ad offrire ospitalità a Saturno che ebbe la sua dimora sul Colle Capitolino e, divenuto un dio buono, diede agli uomini leggi e prosperità e questa fu l'età dell'oro. Tutti i popoli del mondo conosciuto sapevano dove viveva il grande Dio padre di tutti gli dei e così la terra che aveva scelto come suo nuovo regno venne chiamata Saturnia Tellus; ma per i romani indicava il tempo cronologico del regno di Saturno conosciuto anche come Età dell'Oro per la prosperità e la pace tra gli uomini.
Ma un giorno, non si conosce il motivo, Saturno lasciò il Latius ed allora i suoi abitanti costruirono, ai piedi del colle dove aveva avuto la sua dimora, un tempio per onorarlo e vi posero un simulacrum, una statua di Saturno, che era tenuto legato perché il dio non si allontanasse più da Roma. In ricordo di Saturno furono istituiti dei riti da celebrarsi alla vigilia del solstizio d'inverno, quando la brevità del giorno rimandava alle paure ancestrali della fine di ogni cosa e aspettando il nuovo inizio si interrompeva ogni attività e tutta la città festeggiava, dimenticando ogni regola ed arrivando a ribaltare i rapporti sociali.
I festeggiamenti iniziavano al termine delle attività agricole di autunno e quando tutti i campi erano stati seminati; mentre si aspettava il solstizio d'inverno si ricordava l'età dell'oro e si chiedeva la protezione di Saturno per i raccolti futuri. All’inizio i festeggiamenti duravano un solo giorno il 17 dicembre ma, nel tempo i giorni di festa divennero sette fino al 23 dicembre, anche se Augusto durante il suo regno li ridusse a soli tre giorni ritenendo che la durata fosse eccessiva poiché comportava una chiusura troppo lunga dei tribunali e degli uffici amministrativi fermando di fatto la vita civile dello Stato. La durata di sette giorni fu poi ripristinata da Claudio e quindi i festeggiamenti terminavano il 24 dicembre, alla vigilia del Natalis Solis ovvero il giorno in cui tutti potevano vedere il ritorno del sole.
La grande festa iniziava il 17 dicembre e come descrive Macrobio nel Libro I (8,15)dei Saturnalia con una cerimonia nel Tempio in cui la statua di Saturno veniva liberata per consentire che egli potesse riprodurre le condizioni che vi erano sotto il suo regno.
… Saturnum Apollodorus alligari ait per annum laneo vinculo, et solvi ad diem sibi festum …
… la statua di Saturno, fatta da Apollodoro, per tutto l'anno era legata con corde di lana e veniva sciolta solo nel giorno della festa del Dio ...
La parte ufficiale della festa era rappresentata da un sacrificio solenne nel tempio di Saturno che i pontefices celebravano a capo scoperto secondo il rito greco, a questo seguiva un banchetto pubblico (convivium publicum), alla fine del quale i convenuti si scambiavano il saluto augurale: Io,Saturnalia. Il banchetto, detto Lectisternio, avveniva davanti al Tempio di Saturno ed era offerto dallo Stato, la sua organizzazione dal II secolo di a.C. era affidata al collegio sacerdotale degli Epulones, un collegio sacerdotale che era stato creato per organizzare i banchetti celebrativi di festività e ricorrenze. Ma in tutta la città altri banchetti avvenivano nelle domus dove le porte venivano lasciate aperte e si festeggiava con parenti ed amici ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 14/03/2017)