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Porto di Claudio ad Ostia

Fino al terzo decennio del I secolo d.C. l'approvvigionamento di merci di ogni tipo a Roma era assicurato tramite il grande scalo marittimo di Puteoli in Campania e il porto Fluviale di Ostia nel quale arrivavano le navi onerarie che trasportavano le merci più preziose destinate all'aristocrazia romana ma anche i rifornimenti alimentari per tutti gli abitanti dell'Urbe.
Come descrive Giuseppe Lugli:
… fin dai primi secoli i Romani approfittarono del gomito che il fiume formava allora tra la foce e il Capo due Rami, per dare ricetto alle navi che trasportavano le derrate all'Urbs, servendosi dell'estuario come di un ottimo porto naturale.
Le navi onerarie avevano raggiunto dimensioni notevoli arrivando a portare 3000 moggi di derrate (circa 26 tonnellate) così che il pescaggio della chiglia rendeva impossibile risalire il fiume per cui, per scaricare le merci, imbarcazioni più piccole erano costrette a fare la spola dalle grandi navi ormeggiate nei bassi fondali davanti alla costa alle banchine. Queste procedure non solo erano lunghe ma si interrompevano quando le condizioni del mare non erano buone; fu necessario trovare soluzioni che consentissero di velocizzare le operazioni di scarico delle merci ed alle navi di poter trovare riparo durante le tempeste.
Secondo Dione Cassio, l'imperatore Claudio decise di costruire un nuovo porto dopo la grande carestia del 42 quando durante l'inverno il popolo di Roma aveva patito la fame perché le grandi navi onerarie che portavano il grano dell'Egitto non erano neanche partite sapendo che sarebbe stato impossibile sbarcare le merci durante la cattiva stagione. L'imperatore Claudio dopo quell'inverno difficile per il popolo romano decise quindi di far costruire un grande porto in una zona, prossima alla foce del Tevere, che fu individuata poco a nord della città di Ostia. Cassio Dione racconta che i tecnici diedero un parere sfavorevole all'idea di Claudio di costruire un nuovo porto che poi doveva essere collegato sia a quello fluviale di Ostia che all'Emporium di Roma in Ripa Marmoris.
La ragioni che i tecnici addussero per il loro parere negativo erano connesse alla morfologia del sito che si trovava in una zona paludosa ed inoltre era esposto alle correnti da entrambi i lati della costa; le caratteristiche dei fondali, sabbiosi, e la forza delle correnti avrebbero causato in breve tempo l'insabbiamento delle strutture. Queste stesse valutazioni avevano indotto Giulio Cesare , più di un secolo prima, ad abbandonare l'idea di un nuovo porto in quel sito.
Claudio però considerò forse che erano migliorate le tecnologie ingegneristiche e quindi diede inizio ai lavori.
L'area scelta era costituita da sedimenti fluviali che non possono essere considerati tra le sole cause che portarono all'insabbiamento della colossale opera voluta da Claudio; molto più importate è stato invece lo spostamento dei cordoni nella cosiddetta VI Fase avvenuta nel periodo tra il IV secolo a.C. ed il III secolo d.C.; lo spostamento nei secoli della linea di costa è stato misurato grazie alla datazione al radiocarbonio sui sedimenti raccolti nei carotaggi effettuati in tempi recenti (fine XX secolo) confermando in modo più puntuale una tendenza che era evidentemente già nota agli ingegneri di Claudio.
Il Tevere, peraltro, in origine non aveva un estuario diviso in due rami ma uno sbocco unico posto a sud ed è il braccio posto più a sud era detto Fiumara Grande; fu proprio la costruzione del nuovo porto a richiedere la costruzione di un canale che dalla darsena consentisse di raggiungere Ostia e poi, riversandosi nel ramo principale del fiume, arrivare sino a Roma. Secondo quanto scritto da Plinio il Giovane i romani erano convinti che lo scavo di quella fossa avrebbe avuto anche un'altra conseguenza positiva, ovvero avrebbe aumentato la velocità di deflusso delle acque del fiume quando la portata era talmente elevata da causare le inondazioni dell'Urbe. Venne così realizzato il canale conosciuto più tardi come Fossa Traiana perché alcuni decenni dopo Traiano vi fece confluire un altro canale scavato per la realizzazione del suo porto ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 19/12/2022)




Ricostruzione del porto di Claudio ed il porto di Traiano. Affresco di Ignazio Danti, 1582 – Galleria delle carte geografiche SCV Roma.

Ricostruzione del porto di Claudio ed il porto di Traiano. Affresco di Ignazio Danti, 1582 – Galleria delle carte geografiche SCV Roma.



Mosaico con saccari che trasbordano le merci per il porto di Ostia – Foro delle Corporazioni Ostia Antica, Roma IT

Mosaico con saccarii che trasbordano le merci per il porto di Ostia – Foro delle Corporazioni Ostia Antica, Roma IT



Estensione dei cordoni litorali nei pressi del della foce del Tevere – Giraudi 2004

Estensione dei cordoni litorali nei pressi del della foce del Tevere – Giraudi 2004



Evoluzione della linea di costa alla foce del Tevere; BERSANI & MORETTI, 2008

Evoluzione della linea di costa alla foce del Tevere; BERSANI & MORETTI, 2008



Sesterzio emesso nel 64 d.C. da Nerone per l\'inaugurazione del Porto di Ostia

Sesterzio emesso nel 64 d.C. da Nerone per l'inaugurazione del Porto di Ostia



Rilevo con scena di porto – Cosiddetto Rilievo Torlonia – Collezione Torlonia, Roma IT

Rilevo con scena di porto – Cosiddetto Rilievo Torlonia – Collezione Torlonia, Roma IT



Topografia della zona costiera e della foce del Tevere nel XVII secolo

Topografia della zona costiera e della foce del Tevere nel XVII secolo