Pandataria, isola affollata
Ventotene è una delle isole Ponziane, al tempo di Roma Antica il suo nome era Pandataria, piccolissima isola di 154 ettari.
La lex Iulia, emanata da Augusto nel 18 a.C. al fine di moralizzare i costumi di Roma era diretta a contenere crimen adulteri anche se in effetti il reato era ascrivibile solo alle donne.
La punizione poteva includere anche la morte ma in effetti la pena data era la relegatio ad insulam.
L'isola di Pandataria divenne l'isola in cui furono relegate le matrone delle famiglie patrizie importanti, prime fra tutte le donne della gens Giulia-Claudia.
La prima delle donne della dinastia ad essere mandate a Pandataria fu Julia, la figlia di Augusto. Arrivò sull’isola nel nel 2 a.C., accusata di adulterio e tradimento. Le condizioni di vita erano disagevoli: sull’isola, estesa meno di due chilometri quadrati, non erano ammessi uomini, mentre eventuali visitatori dovevano essere prima autorizzati dallo stesso Augusto; a Giulia non era concesso bere vino ed ogni forma di lusso.
Nell’isola Julia fu raggiunta dalla madre Scribonia a cui Augusto concesse di essere vicino alla figlia.
Per il soggiorno di Julia Augusto aveva fatto costruire una villa sul punto più alto dell’isola, Punta Eolo; la villa era sufficientemente grande e dotata anche di piscine e di un piccolo teatro.
Per rendere possibile il soggiorno di Julia, Augusto dotò l’isola di tutte le infrastrutture necessarie ad una piccola isola: fu costruito un Porto che è un capolavoro di ingegneria completamente ricavato dal tufo, dove anche le bitte per l’attracco delle barche erano scavate nella roccia; furono realizzate delle cisterne per l’acqua, ed una peschiera che oggi è chiamata il Murenario: consisteva in una serie di vasche marine scavate nella roccia, che garantivano il costante approvvigionamento di pesce fresco agli abitanti dell'isola. In questo quadrilatero si può fare il bagno come in una sorta di piscina archeologica, godendo dell’assoluta trasparenza dell’acqua per osservare quel che resta dell’ingegno architettonico dei Romani.
Altra notevole opera di ingegneria fu realizzata per poter avere dell’acqua dolce in mancanza di una fonte sorgiva nell’isola: per il sistema di raccolta si fece ricorso a cisterne, in prevalenza a cielo aperto, nel padiglione centrale della Villa e a due enormi serbatoi scavati nel tufo; dai due serbatoi si diramava un primo condotto che arrivava all’area portuale, un secondo condotto raggiungeva il promontorio di Punta Eolo, dove si trovavano gli ambienti termali della villa, un terzo condotto raggiungeva il padiglione con la peschiera e il sovrastante solarium della villa.
Dopo il periodo romano, le cisterne non furono più fonte di approvvigionamento idrico; le cavità divennero rifugi naturali per gli abitanti e frequentatori dell'isola, paleocristini ed eremiti prima e poi rifugio dei pochi abitanti dalle scorrerie dei Saraceni; secoli dopo con la colonizzazione borbonica le cisterne divennero prigione per i detenuti impegnati nella costruzione della nuova Ventotene.
Nella Villa di Punta Eolo, Giulia rimase per cinque anni, infatti fu solo nel 12 d.C. che Augusto acconsentì a far ritornare Giulia in Italia ma la confinò a Reggio.
Nel 31 d. C. a Pandataria fu relegata anche la figlia di Julia, Agrippina Maggiore la vedova di Germanico, accusata da Tiberio di linguaggio insolente e per questo di lesa maestà. Agrippina fu relegata a Pandataria nel 29 d.C. e subì molti maltrattamenti tanto che finì con il lasciarsi morire di fame nel 33 d.C. e le sue ceneri sepolte sull’isola. Nel 37 appena divenuto imperatore, il figlio Caligola con una spettacolare cerimonia si recò a Pandataria a prendere l’urna con le ceneri di Agrippina che riportò a Roma e fece tumulare nel Mausoleo della gens Julia.
L’ultima delle donne della gens Julio-claudia ad essere relegata sull’isola fu Claudia Ottavia, la giovane figlia di Messalina e Claudio che divenne la prima moglie di Nerone che divorziò da lei, accusandola di adulterio per poter sposare Poppea. Non visse per molto tempo Claudia: i sicari di Nerone la raggiunsero dopo pochi giorni, la incatenarono e le tagliarono le vene ma poiché non si sbrigava a morire la immersero in un bagno caldissimo.
Anche un imperatore della dinastia dei Flavi mandò una donna della sua famiglia a Ventotene: Domiziano alla fine del I sec. d.C. esiliò sull’isola Flavia Domitilla, la nipote colpevole di essere cristiana, che vi morì.
L’isola di Pandataria si trovava sulla rotta che portava da Napoli a Roma ed era considerata un porto sicuro in caso di tempesta, la riprova di questa consuetudine di riparare nelle cale di Pandataria durante le tempeste è stata confermata dal ritrovamento in una zona molto piccola di ben cinque relitti di navi romane databili tra il I sec. a.C. ed il V d.C.; le imbarcazioni quasi sicuramente non ce la fecero a mettersi in salvo.
Le navi trasportavano vino dall’Italia, salsa di pesce dalla Spagna e dal Nord Africa, e un misterioso carico di lingotti di metallo dall’Italia, forse per la costruzione di statue od armi.
di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 01/11/2015)
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