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"Palazzo Barbo" detto Venezia


Pietro Barbo era un erudito ricco rampollo mercante veneziano, pronipote di papa Gregorio XII e nipote di papa Eugenio IV, che decise di abbandonare la mercatura e dedicarsi interamente alla carriera ecclesiastica. La scelta fu giusta, dato che le promozioni non tardarono ad arrivare: nel 1440 a soli ventitre anni, fu nominato cardinale di Santa Maria Nuova a Firenze, nel 1451 fu posto alla guida della diocesi di Vicenza e nel 1455 fu nominato allo stesso tempo vescovo di Vicenza e cardinale di S. Marco a Roma.
A Roma abitava in una delle modeste case adiacenti alla basilica di San Marco [mappa] usate come residenza dai cardinali e dai canonici della chiesa. Quattro anni dopo l'amico Callisto III Borgia gli affidò alcune proprietà intorno alla basilica romana, dove il cardinale decise di far costruire la sua nuova casa: demolendo od inglobando parzialmente queste costruzioni avviò la realizzazione di un palazzo nobiliare costituito da un viridarium (un giardino privato segreto pensile) con una torre quadrangolare, delimitato in alto da un loggiato e in basso da stalle e servizi, rivestito da travertino proveniente dal Colosseo e dal vicino Teatro di Marcello.

Nove anni dopo a sorpresa fu eletto Papa e il suo nipote prediletto Marco Barbo divenne cardinale e titolare della basilica di San Marco e continuò a seguire i lavori del Palazzo. Ovviamente la dimora cardinalizia doveva elevarsi a palazzo pontificio, così decise di ampliare l'edificio. Nel 1471 Paolo II morì e i lavori proseguirono con il cardinale Lorenzo Cybo, figlio di papa Innocenzo VIII: le due costruzioni unite raggiunsero le dimensioni dell'attuale struttura.

Il palazzo e il palazzetto furono sempre abitati dai cardinali titolari di San Marco e dai pontefici come residenza estiva prima della costruzione del Quirinale, finché l'edificio fu donato alla Repubblica di Venezia nel 1560 , come residenza dei suoi ambasciatori a Roma. Da allora si chiamò appunto Palazzo Venezia. Il palazzo era essenzialmente articolato su due corpi di fabbrica: il Palazzetto, affacciato tra piazza Venezia e via San Venanzio, e il corpo principale di ampiezza pressoché doppia e racchiuso tra la piazza, via del Plebiscito e via degli Astalli. All'angolo sulla piazza faceva da cerniera tra le due facciate l'alta "Torre della Biscia".

Tra il 1885 ed il 1911, per far spazio al Vittoriano, fu necessario demolire case, palazzi e chiese (i palazzi Paracciani-Nepoti, Del Nero-Bolognetti-Torlonia e Frangipane-Vincenzi; le vie della Ripresa dei Berberi, di San Romualdo) trasformando la stretta e bella piazza Venezia in una piazza larga e monumentale. Nel 1909 fu letteralmente smontato il Palazzetto dalla sua posizione all'angolo sud-est del Palazzo, e ricostruito, seppur in modo non fedele, addossandolo alla sua facciata meridionale, fra piazza San Marco e via degli Astalli.
Dopo la caduta di Napoleone che causò il passaggio di Venezia all'Austria, divenne proprietà asburgica. Soltanto nel 1916 durante la Prima Guerra Mondiale torna proprietà dell'Italia, diventando residenza del capo del governo fascista Benito Mussolini.





di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 01/04/2016)




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