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Finnicella, inizia la caccia alle streghe


Gregorovius racconta che il 28 giugno 1424 sulla Piazza del Campidoglio fu bruciata viva la fattucchiera Finnicella; partiva così proprio da Roma la caccia alle streghe che avrebbe insanguinato tutta l’Europa per finire anche nel Nuovo Mondo.

Fino ad allora la Chiesa non aveva una posizione codificata verso chi professava riti cosidetti magici, la vicenda di Finnicella segna il punto di svolta dell’atteggiamento della Chiesa verso quell’insieme di credenze, superstizioni e comportamenti che erano elencati come stregoneria.
Nel primo Medieoevo la Chiesa non si occupò di stregoneria perché aveva altri problemi come le eresie interne e la necessità di estirpare il paganesimo nei territori di tutta Europa; anche Sant’Agostino affermava che la stregoneria era una superstizione puerile e la sua opinione fu ratificata dal Canon Episcopi che definì le streghe delle poverette vittime di illusioni diaboliche e che i sacerdoti dovevano aiutarle a pentirsi e redimersi.
Nel XII secolo le norme contenute nel Canone furono inserite nel Decreto di Graziano che però nella seconda parte riportava anche tutti i testi di condanna alla stregoneria e tutte le decisioni prese nei vari Concili contro maghi streghe e procuratrici di aborti, che in genere erano il divieto di comunicarsi, penitenze, multe e lunghi periodi di digiuno a pane ed acqua.
Questo atteggiamento moderato cambiò in seguito alla bolla papale Super illius specula di Giovanni XXII che stigmatizzò la stregoneria individuando tutti i fatti e fenomeni che andavano considerati segni di manifesta stregoneria, ovvero sortilegi, patti diabolici e profanazioni; ma già la bolla non distingueva più la magia dall’eresia. Allora si indicavano come magici quei riti di origine pagana che ormai svuotati dai significati religiosi erano preghiere od offerte a non bene identificati spiriti malevoli per propiziarseli; la Chiesa fini con l’identificare gli spiriti malevoli con i demoni e quindi la magia con l’eresia.

Con la bolla Summis desiderantes, promulgata da Innocenzo VII nel 1484, venne affermato che i crimini delle streghe erano diversi da quelli del passato e che andavano individuati e puniti, a questo fine, due anni più tardi, il domenico Heinirich Kramer scrisse il Malleus maleficarum il primo manuale inquisitoriale interamente dedicato alla stregoneria.
Una delle prime vittime della nuova Inquisizione fu Giovanna d’Arco che dopo il processo che la condannò per eresia, nel maggio del 1431 fu arsa viva sulla piazza di Rouen; venticinnque anni dopo il processo sarà dichiarato nullo e Giovanna d’Arco dichiarata santa e patrona di Francia.
Ma la prima donna condannata per stregoneria fu proprio Finnicella. La nostra parola "Strega" deriva dal latino strix, strige, che secondo il mito era un uccello orrendo, con artigli taglienti, becco affilato a forma di uncino e seni simili a quelli femminili, contenenti una sostanza velenosa che i mostri davano ai neonati per ucciderli e poi succhiarne il sangue.
Le streghe quindi compivano i loro riti ai danni dei bambini; il popolo di Roma mormorava dei misfatti che la donna avrebbe compiuto: trenta neonati uccisi per berne il sangue ancora caldo e il figlio stesso che Finnicella avrebbe ucciso per poi non si sa come arrivare a farne polvere da ingerire per oscuri e nefandi riti magici.
Questi racconti arrivarono a Bernardino da Siena: in quel periodo era a Roma dove, per incarico del Papa, teneva quotidianamente le sue prediche in piazza; bastarono le accuse della fattucchiera perché formulasse un’accusa formale di stregoneria.
Durante il sommario processo ci furono dottori che tentarono di difendere Finnicella sostenendo che i neonati non li uccideva ma li faceva nascere semplicemente perché era un’ostetrica.





di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 18/06/2015)