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Cappella del Sancta Sanctorum

Cappella del Sancta Sanctorum

Quando la residenza dei Papi era ancora il Patriarchio, il grande palazzo a lato della Basilica di San Giovanni in Laterano, nella cappella privata che i pontefici usavano per le preghiere veniva conservato il più grande tesoro della cristianità: le reliquie della passione di Cristo. La cappella era parte della chiesa di San Lorenzo in Palatio e venne denominata Sancta Sanctorum usando l'espressione con cui nell'Antico Testamento si indicava la parte più interna del tempio, quella a cui aveva accesso solo il sommo sacerdote e per assimilazione nella religione cristiana finì per indicare la cappella privata del Papa.
Secondo recenti studi la prima cappella papale era stata ricavata dall'aula di una domus aristocratica risalente alla fine del II secolo d.C., quindi una delle poche che si erano salvate dall'intervento urbanistico voluto da Settimio Severo per poter costruire i Castra Nova Equitum Singularium. Era stato Costantino che, quando demolì i castra per creare la piattaforma su cui avrebbe poi fatto edificare la Basilica del Salvatore al Laterano, a salvare alcuni ambienti di una antica domus patrizia, ma ormai proprietà del demanio imperiale, che si trovava in prossimità dei castra per donarli a Papa Silvestro così che potesse avere un edificio in cui si potevano svolgere le attività della curia.
La domus patrizia potrebbe essere quella conosciuta come domus Laterani, da cui ha preso il nome l'intera area, e che probabilmente era la ricca dimora che l'imperatore Settimio Severo aveva regalato al suo generale T. Sextius Lateranus che quindi abitava nei pressi delle caserme dei soldati che comandava. Di questi locali prese possesso la Curia nel IV secolo ed essendo ritenuti adatti vi fu posta la residenza del vescovo di Roma anche se probabilmente il Papa non vi abitò fino a quando non fu terminata la costruzione della Basilica Lateranense. Sebbene fino al VI secolo l'edificio non sia stato la dimora accertata del papa, è però certo che ospitò le attività della Curia e nel Liber Pontificalis a partire dal breve pontificato di Severino (638-640) si cita l'edificio come episcopium Lateranensis o Lateranis, fatto che sembrerebbe indicare che fosse divenuto residenza papale a tutti gli effetti. Un secolo più tardi, sempre nel Liber Pontificalis, compare il nome Patriarchium ad indicare un complesso di edifici che si era sviluppato attorno agli ambienti donati da Costantino a Papa Silvestro. Al tempo di Zaccaria Papa il complesso lateranense era già molto sviluppato e comprendeva, oltre la basilica, alcuni oratori, una sala per le udienze, l'archivio notarile, una biblioteca, tre triclinium, tutti ambienti collegati da un porticato.
Il Patriarchio divenne residenza papale solo a partire dal VII-VIII ed allora un antico oratorio fu trasformato nella cappella papale che divenne il luogo santo della cristianità perché vi vennero conservate tutte insieme le spoglie mortali di molti martiri e santi.
I Padri della chiesa cristiana consideravano le reliquie, sia quelle legate alla vita e passione di Cristo che quelle dei martiri, credenti che avevano dato la vita per difendere la loro fede, come potenti strumenti privilegiati di intercessione presso Dio.
Le reliquie erano oggetto di culto e dopo le incursione barbariche e soprattutto dopo che Astolfo, re dei Longobardi fece razzia delle salme dei santi tumulate nelle catacombe, cimiteri extraurbani, i pontefici decisero di traslarle nelle chiese che si trovavano dentro le mura dove potevano essere più facilmente protette.
Di fronte alla richiesta pressante da parte di molte chiese fu escogitato un sistema di “spartizione” delle spoglie mortali dei santi martiri per cui le parti più importanti come la testa, un braccio, un avambraccio, la lingua, una mano, una gamba oppure la parte del corpo che più era stata esposta al martirio, venivano staccate dal corpo divenendo reliquie. Molte di queste reliquie furono accolte nella Cappella di San Lorenzo del Patriarchio che venne anche chiamata Sancta Sanctorum; in questa cappella vennero raccolti i resti dei santi martiri dopo che ne era stata fatta la spartizione tra le chiese e luoghi di culto non solo di Roma ma anche di altre città dell'impero.
Il culto delle reliquie ebbe un grande impulso all'inizio del Medioevo quando, per evitare che le tombe dei martiri cristiani dei primi secoli sepolti nelle catacombe di Roma fossero profanate durante i saccheggi, cominciarono ad essere traslate nelle chiese intramurarie. Ma fu solo dopo che fece Astolfo re dei Longobardi nel 755 che si scatenò la “caccia” alle reliquie. Astolfo prese Roma dopo un lungo assedio e la depredò anche dei “corpi santi” o come racconta Anastasio Bibliotecario:
Multa corpora Sanctorum, effodiens eorum coemeteria, ad magnum animae suae detrimentum abstulit.
Molti corpi dei Santi, cavandoli fuori dai cimiteri, per la massima dannazione della sua anima portò via ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 17/01/2020)