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Agrippa Postumo (12 a.C.–14 d.C.)


Quando Marco Vipsanio Agrippa morì nel marzo del 12 a.C. in Campania, Julia aspettava un figlio che nacque cinque mesi dopo la morte del padre e fu chiamato Agrippa Postumo; era usuale per i romani dare l’appellativo di Postumo ai figli nati dopo la morte del padre.
Agrippa Postumo dopo la morte del padre visse con i suoi fratelli nella casa vicina alla Domus Augusti, era infatti il nonno Augusto che come pater familias si occupò della sua educazione e, nel 2 a.C. lo fece partecipare come componente di una delle squadre ai lusus Troiae in occasione della dedicatio del Tempio di Marte Ultore.
Quello stesso anno morì il fratello Gaio Cesare e due anni dopo morì anche l’altro fratello Lucio Cesare, era l’ultimo nipote rimasto ad Augusto che, nel giugno del 4 d.C., adottò sia lui che Tiberio il figlio di Livia.
Dopo l’adozione che equivaleva ad una designazione alla successione, intorno al sedicenne si svilupparono vicende di cui fu per lo più attore passivo.
Del suo aspetto fisico e del suo carattere hanno lasciato delle descrizioni gli storici: Tacito (Annales I, 34) lo descrive come privo di istruzione e stupidamente orgoglioso della sua forza fisica. Del suo carattere resta la descrizione fatta da Svetonio a da Velleio Patercolo come di un giovane insensato e facile alla violenza, motivi per cui sarebbe stato ben presto allontanato da Roma, infatti fu mandato in esilio nel 7 d.C. prima a Sorrento e poi a Planasia (Pianosa); la realtà potrebbe anche essere diversa perché i due storici non erano esenti da coinvolgimenti personali. Velleio Patercolo era coevo di Agrippa Postumo ma era anche “clientes” di Livia e di Tiberio, infatti era il nipote del Gaio Velleio che aveva aiutato la fuga di Tiberio Claudio Nerone e della giovane moglie Livia Drusilla salvandogli la vita, ed era il figlio del Velleio comandante della cavalleria di Tiberio in Germania nelle campagne del 19-14 a.C..Svetonio visse un secolo più tardi e pur lucidissimi i resoconti delle “Vite dei Cesari” spesso pongono in rilievo più i difetti che i pregi di tutti coloro che precedettero l’Imperatore Adriano di cui lo storico era incaricato di curare la propaganda.

Svetonio racconta che Agrippa Postumo era un grande appassionato della pesca a cui dedicava molto del suo tempo, tanto che veniva tacciato di lussuria per questa sua propensione e per il vezzo di farsi chiamare “Poseidon”, ma probabilmente furono altre le ragioni per cui nel 6 d.C., solo due anni dopo l’adozione con un decreto senatorio fu confinato a Sorrento e l’anno seguente, quindi all’età di 19 anni, nell’isola di Planasia (oggi Pianosa); nel 7 d.C. Augusto cancellò Agrippa dalla linea di successione “disadottandolo”.
Svetonio racconta che Augusto lo mandò in esilio perché “diventava ogni giorno più pazzo” mentre, come afferma Tacito “assolutamente disadorno di buone qualità, stoltamente brutale per robustezza di corpo, ma, nonostante ciò, innocente di qualsiasi colpa.”
Il suo esilio dorato a Pianosa, dove si occupò anche dell’ allevamento ittico di specie pregiate, durò sette anni, nei quali il giovane principe si trovò più volte al centro di intrighi di corte, che ne avrebbero infine determinato la morte prematura ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 28/10/2015)